Il catalogo di messier

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Lia#5
view post Posted on 6/4/2006, 19:21




Il Catalogo di Messier fu il primo catalogo di oggetti celesti diversi dalle stelle. Fu compilato da Charles Messier, con il nome originale di Catalogo di Nebulose e Ammassi stellari, pubblicato per la prima volta nel 1774.

Messier era un cacciatore di comete, come molti degli astronomi dei suoi tempi. Il motivo che spinse Messier alla compilazione del catalogo fu di poter distinguere facilmente tra una nuova cometa, che si presenta al telescopio come un debole oggetto di natura nebulare, e gli oggetti di aspetto simile che sono però fissi in cielo, e non sono affatto comete.

La prima edizione del Catalogo comprendeva 45 oggetti, numerati da M1 a M45. La lista finale è di 110 oggetti, numerati da M1 a M110. Il catalogo finale fu pubblicato nel 1781 e stampato su Connaissance des Temps nel 1784.

Il Catalogo di Messier consiste di oggetti piuttosto brillanti, alcuni visibili addirittura ad occhio nudo. Per questo motivo, è ancora oggi molto usato dagli astronomi non professionisti, ed è facile riconoscere che un oggetto appartiene al Catalogo di Messier dal prefisso M davanti al suo numero. Gli oggetti catalogati sono molto eterogenei: l'unico legame tra loro è di avere un aspetto diffuso e di essere relativamente brillanti. A questa descrizione corrispondono sia nebulose ed ammassi stellari molto vicini sia grandi galassie poste a distanze enormi.

ECCOLO QUI!

Numero Messier Numero NGC Nome comune Tipo di oggetto Distanza in migliaia di anni luce Costellazione Magnitudine apparente
M1 NGC 1952 Nebulosa del Granchio Resto di supernova 6.3 Toro 9.0
M2 NGC 7089 Ammasso globulare 36 Acquario 7.5
M3 NGC 5272 Ammasso globulare 31 Canes Venatici 7.0
M4 NGC 6121 Ammasso globulare 7 Scorpione 7.5
M5 NGC 5904 Ammasso globulare 23 Serpens 7.0
M6 NGC 6405 Ammasso della Farfalla Ammasso aperto 2 Scorpione 4.5
M7 NGC 6475 Ammasso di Tolomeo Ammasso aperto 1 Scorpione 3.5
M8 NGC 6523 Nebulosa Laguna Ammasso con nebulosa 6.5 Sagittario 5.0
M9 NGC 6333 Ammasso globulare 26 Ophiuchus 9.0
M10 NGC 6254 Ammasso globulare 13 Ophiuchus 7.5
M11 NGC 6705 Ammasso dell'Anitra Selvatica Ammasso aperto 6 Scutum 7.0
M12 NGC 6218 Ammasso globulare 18 Ophiuchus 8.0
M13 NGC 6205 Ammasso Globulare di Ercole Ammasso globulare 22 Hercules 7.0
M14 NGC 6402 Ammasso globulare 27 Ophiuchus 9.5
M15 NGC 7078 Ammasso globulare 33 Pegasus 7.5
M16 NGC 6611 Ammasso della Nebulosa Aquila Ammasso con nebulosa 7 Serpens 6.5
M17 NGC 6618 Nebulosa Omega Ammasso con nebulosa 5 Sagittario 7.0
M18 NGC 6613 Ammasso aperto 6 Sagittario 8.0
M19 NGC 6273 Ammasso globulare 27 Ophiuchus 8.5
M20 NGC 6514 Nebulosa Trifida Ammasso con nebulosa 2.2 Sagittario 5.0
M21 NGC 6531 Ammasso aperto 3 Sagittario 7.0
M22 NGC 6656 Ammasso globulare 10 Sagittario 6.5
M23 NGC 6494 Ammasso aperto 4.5 Sagittario 6.0
M24 nube Delle Caustiche 10 Sagittario 11.5
M25 NGC I4725 Ammasso aperto 2 Sagittario 4.9
M26 NGC 6694 Ammasso aperto 5 Scutum 9.5
M27 NGC 6853 Nebulosa Manubrio Nebulosa planetaria 1.25 Vulpecula 7.5
M28 NGC 6626 Ammasso globulare 18 Sagittario 8.5
M29 NGC 6913 Ammasso aperto 7.2 Cygnus 9.0
M30 NGC 7099 Ammasso globulare 25 Capricorno 8.5
M31 NGC 224 Galassia di Andromeda Galassia 2200 Andromeda 4.5
M32 NGC 221 Galassia 2200 Andromeda 10.0
M33 NGC 598 Galassia del Triangolo Galassia 2300 Triangulum 7.0
M34 NGC 1039 Ammasso aperto 1.4 Perseus 6.0
M35 NGC 2168 Ammasso aperto 2.8 Gemelli 5.5
M36 NGC 1960 Ammasso aperto 4.1 Auriga 6.5
M37 NGC 2099 Ammasso aperto 4.6 Auriga 6.0
M38 NGC 1912 Ammasso aperto 4.2 Auriga 7.0
M39 NGC 7092 Ammasso aperto 0.3 Cygnus 5.5
M40 Stella doppia WNC4 Ursa Major 9.0
M41 NGC 2287 Ammasso aperto 2.4 Canis Major 5.0
M42 NGC 1976 Nebulosa di Orione Nebulosa diffusa 1.6 Orione 5.0
M43 NGC 1982 Nebulosa De Mairan (parte della nebulosa di Orione) Nebulosa diffusa 1.6 Orione 7.0
M44 NGC 2632 Ammasso Alveare Ammasso aperto 0.5 Cancro 4.0
M45 Pleiadi Ammasso aperto 0.4 Toro 1.4
M46 NGC 2437 Ammasso aperto 5.4 Puppis 6.5
M47 NGC 2422 Ammasso aperto 1.6 Puppis 4.5
M48 NGC 2548 Ammasso aperto 1.5 Hydra 5.5
M49 NGC 4472 Galassia 60000 Vergine 10.0
M50 NGC 2323 Ammasso aperto 3 Monoceros 7.0
M51 NGC 5194, NGC 5195 Galassia vortice Galassia 37000 Canes Venatici 8.0
M52 NGC 7654 Ammasso aperto 7 Cassiopea 8.0
M53 NGC 5024 Ammasso globulare 56 Coma Berenices 8.5
M54 NGC 6715 Ammasso globulare 83 Sagittario 8.5
M55 NGC 6809 Ammasso globulare 17 Sagittario 7.0
M56 NGC 6779 Ammasso globulare 32 Lyra 9.5
M57 NGC 6720 Nebulosa anello Nebulosa planetaria 4.1 Lyra 9.5
M58 NGC 4579 Galassia 60000 Vergine 11.0
M59 NGC 4621 Galassia 60000 Vergine 11.5
M60 NGC 4649 Galassia 60000 Vergine 10.5
M61 NGC 4303 Galassia 60000 Vergine 10.5
M62 NGC 6266 Ammasso globulare 22 Ophiuchus 8.0
M63 NGC 5055 Galassia Girasole Galassia 37000 Canes Venatici 8.5
M64 NGC 4826 Galassia Occhio Nero Galassia 12000 Coma Berenices 9.0
M65 NGC 3623 Galassia 35000 Leone 10.5
M66 NGC 3627 Galassia 35000 Leone 10.0
M67 NGC 2682 Ammasso aperto 2.25 Cancro 7.5
M68 NGC 4590 Ammasso globulare 32 Hydra 9.0
M69 NGC 6637 Ammasso globulare 25 Sagittario 9.0
M70 NGC 6681 Ammasso globulare 28 Sagittario 9.0
M71 NGC 6838 Ammasso globulare 12 Sagitta 8.5
M72 NGC 6981 Ammasso globulare 53 Acquario 10.0
M73 NGC 6994 Acquario 9.0
M74 NGC 628 Galassia 35000 Pesci 10.5
M75 NGC 6864 Ammasso globulare 58 Sagittario 9.5
M76 NGC 650, NGC 651 Nebulosa piccola campana muta Nebulosa planetaria 3.4 Perseus 12.0
M77 NGC 1068 Galassia 60000 Cetus 10.5
M78 NGC 2068 Nebulosa diffusa 1.6 Orione 8.0
M79 NGC 1904 Ammasso globulare 40 Lepus 8.5
M80 NGC 6093 Ammasso globulare 27 Scorpione 8.5
M81 NGC 3031 Galassia di Bode Galassia 11000 Ursa Major 8.5
M82 NGC 3034 Galassia Sigaro Galassia 11000 Ursa Major 9.5
M83 NGC 5236 Galassia girandola del sud Galassia 10000 Hydra 8.5
M84 NGC 4374 Galassia 60000 Vergine 11.0
M85 NGC 4382 Galassia 60000 Coma Berenices 10.5
M86 NGC 4406 Galassia 60000 Vergine 11.0
M87 NGC 4486 Galassia Virgo A Galassia 60000 Vergine 11.0
M88 NGC 4501 Galassia 60000 Coma Berenices 11.0
M89 NGC 4552 Galassia 60000 Vergine 11.5
M90 NGC 4569 Galassia 60000 Vergine 11.0
M91 NGC 4548 Galassia 60000 Coma Berenices 11.5
M92 NGC 6341 Ammasso globulare 26 Hercules 7.5
M93 NGC 2447 Ammasso aperto 4.5 Puppis 6.5
M94 NGC 4736 Galassia 14500 Canes Venatici 9.5
M95 NGC 3351 Galassia 38000 Leone 11.0
M96 NGC 3368 Galassia 38000 Leone 10.5
M97 NGC 3587 Nebulosa Gufo Nebulosa planetaria 2.6 Ursa Major 12.0
M98 NGC 4192 Galassia 60000 Coma Berenices 11.0
M99 NGC 4254 Galassia 60000 Coma Berenices 10.5
M100 NGC 4321 Galassia 60000 Coma Berenices 10.5
M101 NGC 5457 Galassia girandola Galassia 24000 Ursa Major 8.5
M102 Galassia Fuso Galassia 40000 Draco 10.5
M103 NGC 581 Ammasso aperto 8 Cassiopea 7.0
M104 NGC 4594 Galassia Sombrero Galassia 50000 Vergine 9.5
M105 NGC 3379 Galassia 38000 Leone 11.0
M106 NGC 4258 Galassia 25000 Canes Venatici 9.5
M107 NGC 6171 Ammasso globulare 20 Ophiuchus 10.0
M108 NGC 3556 Galassia 45000 Ursa Major 11.0
M109 NGC 3992 Galassia 55000 Ursa Major 11.0
M110 NGC 205 Galassia 2200 Andromeda 10.0


CHARLES MESSIER, VITA E OPERE.

Charles Messier (Badonviller, Francia, 26 giugno 1730 - Parigi, 12 aprile 1817) fu un astronomo francese, famoso per aver creato un catalogo di 110 oggetti (principalmente nebulose e ammassi stellari), che porta il suo nome. Questo catalogo fu pubblicato per la prima volta nel 1774. Gli oggetti di Messier erano numerati da 1 a 110 (oggi convertiti nei numeri di catalogo da M1 a M110, con la M che indica il catalogo di Messier) e spesso sono ancora conosciuti con questi nomi.

Il suo scopo nel creare il catologo era di aiutare i cacciatori di comete (come Messier stesso), e altri osservatori del cielo, a distinguere gli oggetti dall'apparenza diffusa ma fissi nel cielo, che potevano essere scambiati per comete. L'osservazione di queste ultime era infatti molto importante al tempo di Messier, mentre le nebulose dai contorni poco definiti visibili in posizioni fisse del cielo erano per lo più inspiegate ed ignorate, anche per la mancanza di mezzi tecnici (come telescopi sufficientemente potenti) che permettessero di studiarle in dettaglio. Ironia della sorte, Messier diventerà famoso per aver catalogato gli oggetti che non voleva vedere.


OPERE
:

Alla ricerca della cometa di Halley
Sin dalla fine del 1753, scrive Messier nelle proprie memorie: "iniziai ad essere ben esercitato in quel genere di lavori che più mi si confacevano", e ai quali avrebbe poi dedicato l'intera vita. In quel periodo l'attenzione degli astronomi era puntata sul primo ritorno di una cometa previsto da Halley per il 1758. Nelle Memorie della società astronomica di Francia del 1760, ve n'è una in cui Delisle, parlando a nome di Messier, racconta i preparativi fatti per individuare la cometa prima degli altri astronomi, vantandosi del successo. Nel 1531 la cometa era stata avvistata 18 giorni prima del perielio, nel 1607 si vide 33 giorni prima e, nel 1682, 24 giorni prima. In queste tre apparizioni della cometa nessuno la cercava e la si scoprì quando essa era già molto luminosa e appariscente. Delisle ipotizzò che con il telescopio si sarebbe potuta vedere almeno un mese prima del perielio. Per facilitare la ricerca egli calcolò, sulla base degli elementi orbitali determinati da Pingré, il percorso che avrebbe seguito in cielo. Messier realizzò una mappa celeste in cui riportò i due percorsi estremi previsti per la cometa e con tale schema a disposizione avrebbe potuto scoprirla per primo.

Bailly (Parigi 1736-1793), nella sua Storia dell'astronomia moderna (Parigi 1782) descrisse così gli eventi di quegli anni di febbrile attesa:

"Ne apparve una nel 1747 e due nel 1748: si avvicinava l'epoca in cui l'ingegnoso Halley aveva annunciato che sarebbe riapparsa la cometa del 1682, dopo un periodo di 76 anni; se questo periodo è realmente quello della cometa, non v'è dubbio che dovremo rivedere questo astro verso il 1758. Nel mese di settembre del 1757, apparve in effetti una cometa che risvegliò l'attenzione degli astronomi, ma dopo che Pingré ne calcolò l'orbita si riconobbe che questa apparizione non era quella desiderata. La cometa era assolutamente nuova e non assomigliava per nessun carattere all'altra del 1682. Il ritorno di questo astro divenne un avvenimento importante per la conoscenza del sistema del mondo, per la dimostrazione dei principi di Newton, infine per stabilire una grande verità, quella dell'uguaglianza tra comete e pianeti che, le une come gli altri descrivono delle curve chiuse, delle ellissi, e sono assoggettate a dei ritorni regolari e periodici; con la sola differenza che le une si allontanano infinitamente di più degli altri, ritornando e riavvicinandosi più tardi e meno frequentemente. Ma come se il cielo avesse voluto burlare gli astronomi e prendersi gioco della loro impazienza, l'anno 1758 vide apparire due comete che non erano affatto quella attesa. Infine questo astro così interessante fu visto a Parigi il 21 gennaio 1759: Messier lo scoprì per primo in Francia; Messier destinato a scoprire moltissime comete, e che ha meritato i favori del cielo grazie ad uno zelo infaticabile, oggi, nel 1781, ne ha osservate 19 di cui ne ha scoperte 16."
Messier mostrò in quella occasione una grande volontà, trascorrendo le notti di quasi 18 mesi nell'alto della torre dell'osservatorio in cerca della cometa in una zona di cielo in cui la stessa non poteva esserci (la sua carta era semplicemente sbagliata!). Messier, nelle memorie del 1760, continua così: "…dopo la fatica {di tracciare la carta} e la ricerca io fui ben ricompensato, avendo avuto la possibilità di scoprire questa cometa […] cinquanta giorni prima del perielio". Egli non dice che senza la minima fatica un contadino Sassone di nome Palitzsch, nella notte di Natale del 1758, quasi un mese prima di lui, vide casualmente ad occhio nudo la cometa e che alcuni giorni dopo la si osservò anche in Germania. Solo per un insieme di circostanze, e per fortuna di Messier, la notizia non arrivò sino in Francia. Nonostante la scoperta, come ricordava il pronipote dell'astronomo, Delisle per una sua bizzarra forma di gelosia impedì all'allievo di divulgare la notizia del ritorno di un astro così importante, atteso con trepidazione da tutta la comunità scientifica. Messier successivamente scrisse:" La scoperta che annunciai al signor Delisle gli fece dire: "ecco una delle più belle scoperte in astronomia, assicura il ritorno delle comete". Venne in osservatorio per vederla, mi raccomando di osservarla assiduamente e di conservarne la scoperta". Cosa incomprensibile, dato che Nicolas Louis De La Caille (Rumigny, Chanpagne, 1713 - Parigi 1762) e gli altri astronomi di Francia non avevano motivo per essere gelosi di Delisle, poiché avevano già il loro bel da fare per poter permettersi, privi di aiuto com'erano, di perdere le notti di un intero anno per cercare una cometa che magari non sarebbe tornata affatto. Probabilmente gli astronomi di Francia, tacitamente, avevano già affidato a Delisle il compito della ricerca e i meriti dell'eventuale scoperta. In effetti, una simile attività si adattava perfettamente al figura di Messier che sino ad allora non aveva avuto modo di farsi apprezzare dagli accademici. Così, inevitabilmente, la notizia del ritorno della cometa si diffuse anche in Francia.

Fu Johann Tobias Mayer (Marbech, Württenberg, 1723 - Gottinga 1762) a scrivere a La Caille e allo stesso Delisle che la cometa era stata vista e "calcolata" in Germania; solo allora Delisle si decise a divulgare la scoperta di Messier. Gli altri astronomi a quel punto inorridirono, parecchi di loro non credettero nemmeno alle osservazioni del Messier e "si scrisse contro il sig. Delisle su tutti i giornali". Dal canto suo, Delisle non credette alla notizia del "paesano Sassone che casualmente scopre la cometa"! Non dimentichiamo che Messier aveva seguito in precedenza, su indicazione di Dresde, la cometa del 1758. Ma inutilmente, perché anche in questo caso le osservazioni protrattesi dal 15 agosto al 2 novembre, non furono mai divulgate. Lo stesso inspiegabile silenzio fu imposto a Messier anche per la cometa che scoprì il 2 gennaio 1760. Il comportamento di Delisle è ancora più incomprensibile se si pensa che l'astronomo non usò in alcun modo le osservazioni di Messier. In ogni campo è sempre difficile per le nuove leve emergere, e così è stato anche per Messier che anni dopo ricorderà così l'episodio: "ero discepolo di Delisle, abitavo e mangiavo presso di lui e mi conformai alla sua richiesta".



L'inizio del catalogo e la caccia alle comete

La cometa del 1758 è importante per un fatto curioso che sarà determinante per la successiva attivita astronomica di Messier e per la sua fama futura. La notte del 28 agosto accadde infatti che la cometa "entrò tra le corna del Toro. Io scoprii sopra il corno meridionale, a poca distanza dalla stella Ζ di questa costellazione, una luce biancastra, allungata similmente alla luce di una bugia (candela), non contenente nessuna stella". Messier scoprì quella notte la nebulosa del Granchio che sarà poi catalogata come M1, ossia diverrà il primo oggetto del catalogo di oggetti non stellari a cui il francese deve la sua fama tra i posteri.

In quegli anni, possiamo dire per fortuna, l'ormai vecchio Delisle decise di rinunciare alla carriera di astronomo del collegio reale, per dedicarsi interamente ad attività caritatevoli. Non si deve infatti credere che Delisle sia stato un individuo avaro e individualista il cui unico interesse fosse ammassare libri e raccogliere testi e osservazioni più per il gusto della rarità che per il loro valore scientifico. Nell'arco della sua vita ebbe modo di svolgere una grossa mole di lavori e di essere maestro tra gli altri, niente meno che di Lalande il quale, sebbene probabilmente esagerando, parla così dell'insegnante: "nessuno ha lavorato più di lui sulla storia e tutte le parti dell'astronomia, contribuendone più di ogni altro al progresso con le sue ricerche, la sua corrispondenza, per le osservazioni che ha fatto e per gli allievi che ha formato, tra i quali io desidero essere inserito. Io sono sempre sorpreso dalla moltitudine prodigiosa di osservazini e di calcoli che ha fatto". Probabilmente a causa di alcuni approfittatori che abusarono della sua bontà, Delisle fini la propria vita in miseria tanto che quando morì l'undici settembre 1768, gli amici dovettero far colletta per assicurargli un funerale decente. Messier abbandonato a se stesso poté finalmente dedicarsi con profitto all'attività di ricerca che più prediligeva ed i risultati furono davvero notevoli: per quindici anni scoprì praticamente tutte le comete apparse nel cielo di Parigi e le seguì accuratamente.

Alcune scoperte furono propiziate dal caso come avvenne per le comete del 1766. In Connaissance des Temps scrive:" l'otto aprile io scoprii una cometa, ad occhio nudo, verso il tramonto molto vicino all'orizzonte e a poca distanza dalle Pleiadi: essa appariva verso le otto della sera […] con una coda di quattro gradi di estensione". Ma questi colpi di fortuna non poteva certamente essere la norma! Messier scrutava il cielo tutte le notti serene, sistematicamente e con competenza. Non dimentichiamo infatti che Messier non era all'epoca l'unico astronomo in attività e anche altri studiosi sorvegliavano attentamente il cielo da ogni parte del mondo, cercanto a loro volta di scoprire per primi le comete. Le continue scoperte di Messier ci fanno capire quanto assiduamente e con quale abilità egli doveva osservare. A proposito della cometa scoperta nel 1769 scrive:" l'otto agosto nello scrutare il cielo, con un telescopio notturno per la ricerca delle comete, io ne scoprii una qualche grado sopra l'orizzonte; essa appariva debole mostrando, al telescopio, una nebulosità che aveva qualche minuto di estensione; iniziò ad apparire sotto il ventre di Ariete […]. Questa cometa divenne molto cospicua ed una delle più grandi che si siano osservate, la sua coda aumentava ogni giorno: il 31 agosto era di 34°, il 5 settembre 43°, il 9 settembre 55°, l'indomani 60°, con una luminosità bluastra.

Pingré che era sul mare, tra Tenerife e Cadice, trovò l'11 settembre 90°, ma così debole alla sua estremità che il sorgere di Venere fu sufficiente per farne sparire parecchi gradi…". Alle volte però, la dea bendata era capace di giocargli brutti scherzi. Scrive Messier a proposito della cometa del 1787: "Il giorno che questa cometa fu scoperta, il cielo fu bellissimo la sera. Ne approfittai per percorrerlo con un telescopio notturno: mi restava da vedere la parte verso occidente, dove si trovava questa cometa, quando un ottico mi portò ad esaminare, su Giove, un telescopio acromatico di cira 4 piedi di focale, a grande apertura. Le prove che io feci mi fecero abbandonare il seguito delle ricerche… {L'indomani} mattina Mechain mi informò della scoperta dandomi la posizione che egli aveva determinato". Il sistematico lavoro di osservazione seguito da Messier, già di per se duro, doveva essere veramente difficile durante l'inverno parigino. I mezzi a disposizione degli astronomi non erano neanche minimamente paragonabili a quelli di oggi. L'osservazione si svolgeva similmente a come si svolge oggi quella degli astrofili: si doveva rimanere all'aperto per l'intera notte con l'occhio all'oculare, manualmente si puntava il telescopio e si eseguiva la compilazione del registro delle osservazioni nonché i disegni, ovviamente tutto al lume di candela o di lampada a petrolio.

Scrive ancora:" L'inverno del 1767-68 fu notevole per il freddo; il gelo cominciò il 21 dicembre ed aumentò, il 23 di mattina il mio termometro indicava 6° ½ sotto zero, il 24 indicava -8°; nella riviera della Senna […] si formarono dei grossi pezzi di ghiaccio e il 25 gelò completamente […]. Dal giorno 25 al 31 gelò a tutte le ore del giorno e della notte, il primo gennaio il freddo aumentò considerevolmente […], il 5 alle 5 e mezza del mattino vi erano 14° sotto zero […]. Il cielo durante questo grande freddo fu spesso sereno {e adatto all'osservazione}, il vento tirava da nord […]. Il 13 {gennaio la Senna straripò e le acque} arrivarono fino […] al Louvre dove si passò in barca". Nel suo diario personale egli ricorda ancora che l'inverno del 1788-1789 fu terribilmente rigido, la senna gelò ed "era frequentata come le vie… Furono installati dei piccoli baracchini di vendita di frutta e verdura…. I ponti non erano affatto utilizzati, io stesso passai più volte così. […] Non si poté seguire con cura la cometa apparsa quell'anno: in un osservatorio senza fuoco e con le finestre aperte si perde rapidamente la facoltà di manovraregli strumenti"!

Arrivano i riconoscimenti

Nonostante i disagi Messier osservava costantemente anche durante questi periodi di freddo intenso e le scoperte gli permisero di ottenere rapidamente fama ed onori in ogni parte del mondo. Egli abitualmente riportava il percorso dell'astro su opportune mappe celesti realizzate con estrema cura e precisione, mentre per il calcolo dell'orbita egli aveva creato una specie di società con il presidente dell'Accademia delle scienze [[Bochart de Saron]] (1730, 1794), suo amico. Uomo di profonda cultura, il Saron si era specializzato nel calcolo delle orbite cometarie; Messier dunque passava al collega le osservazioni dell'astro appena scoperto ed egli molto rapidamente ne determinava gli elementi orbitali, informando l'astronomo del cammino seguito dalla cometa dopo il ritorno dall'immersione nei raggi solari, agevolando in tal modo il riavvistamento. La Harpe ci informa del fatto che Luigi XI chiamava Messier "il furetto delle comete" per la sua innata abilità nello scoprirle. "In effetti, continua la Harpe, ha passato la sua vita a scoprire il percorso delle comete, e le carte che tracciava passavano per essere estremamente esatte…. Era un uomo molto onesto e con la semplicità di un bambino. Da qualche anno aveva perso la moglie; le cure che gli rese gli impedirono di scoprire una cometa che aspettava e che Montagne de Limoges gli sottrasse: si disperò! Ogni qual volta gli si parlava della perdita che aveva avuto, rispondeva, pensando sempre alla cometa: Ecco! Ne avevo scoperte 12, bisognava che Montagne scoprisse la tredicesima! E le lacrime gli venivano agli occhi, poi, ricordandosi che era la moglie che gliela aveva fatta perdere si metteva a gridare: Ah, che povera donna! E continuava a piangere la sua cometa."(*) L'invio della mappa di una delle tante (!) comete da lui scoperte al re di Prussia gli valse la nomina a membro dell'Accademia di Berlino. La raccomandazione di La Harpe in Russia ebbe lo stesso successo e Messier divenne membro dell'Accademia di Pietroburgo, mentre già dal 1758 era membro della Società Reale di Londra. L'aumento di notorietà portò a Messier anche maggior agiatezza dal punto di vista economico dato che venne nominato astronomo della marina. Quasi ogni nuova scoperta gli valeva l'ammissione ad una Accademia straniera mentre in patria le cose non andavano così bene. La nomina a membro dell'accademia delle scienze di Parigi non gli veniva affatto concessa. Gli si rimproverava di essersi dedicato troppo esclusivamente all'osservazione, trascurando completamente la teoria. Nel resto d'Europa non lo si giudicava così severamente e dopo la morte di La Caille, Messier divenne per tutti il primo astronomo di Francia. Il tempo gli rese comunque giustizia e a poco a poco gli accademici, abituatisi all'idea di conferire il titolo ad un semplice osservatore, si convinsero ammettendolo infine tra loro nel 1770. D'altro canto, egli aveva fatto tutto ciò che umanamente gli era possibile con i modesti mezzi di cui disponeva. Una buona vista, un eccellente telescopio, un orologio a pendolo e poco altro. Ebbene, osservò tutte le comete, le eclissi, i passaggi sul disco del sole di Mercurio e Venere, e li osservò bene!

Il primo lavoro che egli presentò agli accademici di francia, inserito nel volume delle Memorie dell'Accademia Reale delle scienze del 1771, è dedicato proprio al catalogo intitolato: Catalogo di Nebulose e ammassi di stelle che si sono scoperti tra le stelle fisse sull'orizzonte di Parigi. Lo presento' così: "Molti astronomi hanno lavorato alla ricerca delle stelle nebulose, come Hevelius, Huygens, Derham, Halley, Cheseaux, l'abate De La Caille e in ultimo luogo Gentil: altri astronomi ne hanno scoperte per caso, sia lavorando alla determinazione della posizione delle stelle per farne un catalogo, sia osservando il percorso di comete: molti di questi astronomi si sono limitati ad indicare la costellazione ove esse si trovano, senza darne la posizione esatta e una descrizione dettagliata. Io ho intrapreso questo lavoro nel 1764, sia osservando quelle già conosciute, sia cercandone delle altre che erano sfuggite agli astronomi dal giorno dell'invenzione del telescopio: questo lavoro che è stato lungo e faticoso mi mette nella condizione di dare oggi all'accademia un catalogo più completo, più preciso e più dettagliato di stelle nebulose, lavoro che ancora mancava all'astronomia". Questa prima versione del catalogo conteneva 45 oggetti di cui gli ultimi due, il presepio (M44) e le Pleiadi (M45), essendo già ben noti, furono probabilmente inseriti per arrivare ad un numero tondo.

Messier seguì con attenzione anche i pianeti esterni e quando venne informato da Maskeline della scoperta di Urano, avvenuta il 13 marzo 1781 da parte di Herschel (Hannover 1738, Slough Buckinghamshire 1822), ne osservò attentamente il cammino tra le stelle comunicando tempestivamente le posizioni a Saron. Fu quest'ultimo che fece la grande scoperta! Non si trattava di una cometa come si era creduto in un primo momento ma bensì di un nuovo pianeta, più distante di tutti quelli sino allora conosciuti. Grande merito ad Herschel ma certamente anche ai due francesi. L'osservazione del nuovo pianeta lo tenne occupato per quasi un anno sino a quando non gli accadde un grave incidente. Era il 6 novembre 1781. Recatosi ai giardini di Monceaux con il presidente Saron e figli, Messier entrò in una grotta che casualmente aveva attirato la sua attenzione. All'interno di questa, nell'oscurità, distrattamente varcò una porta che apparentemente doveva portarlo in un'altra grotta: era una ghiacciaia. L'astronomo cadde da una altezza di circa 8 metri su un blocco di ghiaccio. Nell'urto si spezzò entrambe le braccia, un femore, due costole e si ferì alla testa. Malgrado l'abilità del chirurgo suo collega all'accademia che lo curò, la guarigione fu lenta. Tutti gli accademici, di ogni grado, presero parte al suo dolore preoccupandosi di non fargli mancare nulla; successivamente gli fecero anche avere una pensione di mille livree e una gratificazione di 2400. Un anno e tre mesi dopo la caduta, Messier poté rimettere piede sulla torre dell'osservatorio per osservare il passaggio di mercurio sul disco solare del 12 novembre 1782. Riprendeva così l'attività osservativa ma purtroppo per lui, i problemi erano tutt'altro che finiti.




Il Catalogo di stelle e nebulose

Scorrendo la vita di Messier abbiamo solo accennato a quell'opera che gli ha dato fama duratura: il catalogo di nebulose e ammassi di stelle. Nessuna cometa porta infatti il suo nome e se non fosse per il catalogo il francese sarebbe rapidamente caduto nell'oblio così come e successo per moltissimi altri astronomi dell'epoca. Ovviamente ne abbiamo volutamente tralasciato la descrizione, perché la realizzazione del catalogo non è vissuta da Messier come un'opera importante, anzi. Egli è un cercatore di comete e non di ammassi stellari o altro, sebbene abbia svolto molte osservazioni slegate dalle ricerche cometarie, quali ad esempio le osservazioni planetarie. Tale è l'ostinazione che egli mostra nel ricercare le comete che non è chiaro quale sia stato lo stimolo che l'ha spinto alla stesura del catalogo di 110 oggetti. Un'ipotesi plausibile è che lo spunto si debba proprio a questo suo maniacale interesse per le comete. Durante le osservazioni gli accadeva infatti di imbattersi in oggetti nebulosi di modeste dimensioni che, con i piccoli telescopi da lui usati, apparivano del tutto uguali ad una cometa, perché "niente assomiglia tanto ad una stella nebulosa, quanto una cometa che comincia ad essere visibile agli strumenti". Ed ecco allora che iniziavano le operazioni di identificazione: è una cometa oppure no? Molte notti venivano sprecate in questo modo e Messier non voleva che tale perdita di tempo si ripetesse. Decise così di riportare su una lista tutti gli oggetti che potevano sembrare delle comete in modo da non essere più tratto in inganno. Questa possibilità, che è peraltro del tutto plausibile, non sembra però accordarsi né con le parole di Messier stesso, né con il suo carattere di osservatore. Nel presentare il catalogo agli accademici egli espressamente dice:" ho intrapreso questo lavoro nel 1764, sia osservando {le nebulose} già conosciute, sia cercandone delle altre […]: lavoro che è stato lungo e faticoso […], lavoro che ancora mancava all'astronomia". Messier presenta dunque all'accademia un lavoro "lungo e faticoso" che "ancora mancava" e che perciò era bene si facesse, a prescindere da un eventuale uso legato alla ricerca delle comete. Sebbene si possa essere critici nei riguardi di una frase che può essere stata inserita semplicemente per enfatizzare il lavoro che seguiva piuttosto che per indicare le vere motivazioni che hanno spinto alla realizzazione dello stesso, bisogna tener presente che quando Messier svolgeva le sue ricerche dava ben poca importanza al fatto che una possibile cometa si trovasse in un punto del cielo ove vi era anche una nebulosa già catalogata.

Nelle Memorie dell'Accademia Reale delle Scienze egli descrive un fatto, parlando della cometa da lui scoperta nel marzo del 1766, che è molto significativo:" l'otto marzo il cielo era perfettamente sereno e io approfittai del bel tempo per cercare il satellite di Venere che si pretendeva di osservare da qualche anno. […] Dopo aver cercato attentamente io non scoprii niente […]. Impiegai anche un telescopio acromatico molto buono di 5 piedi di focale, costruito a Parigi da Ettangs, e fu cercando il satellite con questo telescopio che io scoprii ad una certa distanza da Venere una nebulosità di piccola estensione con il centro brillante. Il tempo non mi permise di assicurarmi se si trattava di una cometa o di una stella nebulosa, tutto ciò che potei fare prima del suo tramonto fu determinarne la posizione […] rimandando all'indomani la verifica della scoperta. Consultai subito la carta celeste di Flamsteed sulla quale avevo riportato tutte le stelle nebulose che io avevo scoperto in molti anni, ne trovai una indicata a poca distanza […]. La sua descrizione è stata riportata così nel mio giornale delle osservazioni: "ho lavorato alla ricerca delle nebulose la notte del 25 agosto 1764, ne ho scoperta una vicino alla stella &Alfa; del grande Triangolo […]. Questa nebulosa {si tratta della galassia M33} è una macchia biancastra con 15' di diametro con luminosità uniforme […]". Pensai che era questa la nebulosa che stavo osservando e perdei tutte le speranze per l'indomani: ma trovai il contrario, il giorno seguente, ciò che avevo visto alla vigilia aveva cambiato posizione, si era avvicinata alla stella alla quale l'avevo paragonata la vigilia e riconobbi che la stella era Η del legaccio dei pesci […]".

Qui appaiono chiaramente due cose importanti. Messier cerca ugualmente l'improbabile nuova cometa, anche se la posizione suggerisce fortemente che l'oggetto osservato sia una nebulosa già nota. Almeno in questo caso particolare è palese che egli è talmente ossessionato dal desiderio di scoprire nuove comete che non si fida del catalogo, vuole comunque sincerarsi della vera natura dell'oggetto osservato. Inoltre, citando se stesso, egli dice :" ho lavorato alla ricerca delle stelle nebulose", indicando chiaramente che almeno negli anni a cavallo del 1764 egli ha volutamente cercato le "stelle nebulose", ed ha fatto bene! Lo zelo e la cura con cui egli ha catalogato questi oggetti rimane comunque a prova inconfutabile della serietà con cui egli osservò. Il catalogo di Messier non è certo il primo catalogo di oggetti non stellari che sia stato stilato, ed è proprio per la sua ottima fattura che esso è stato tramandato sino a noi. Per esempio, William Herschel, che operò pochi anni dopo Messier e che catalogo' da solo migliaia di oggetti, evitò attentamente di dare un nome e nuova catalogazione agli oggetti contenuti nel catalogo di Messier, a riprova della stima e della considerazione che aveva per l'astronomo francese.

(*) Corrispondenza letteraria, Parigi, 1807, Tomo 1 Pag. 97. Non e' possibile garantire la veridicità dell'aneddoto ma soltanto la parte scientifica della lettera

(**) Coordinate al 2000: AR= 19 25.4 DEC = +20 11

(***) Si noti che l'attribuzione della scoperta di M31 e M42 sono entrambe erronee, evidentemente Halley non aveva avuto modo di conoscere le osservazioni dei veri scopritori.

 
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