| V - Sviluppi della scienza nei secoli XVII e XVIII.
Galileo dimostrò che gli "oggetti volgari" si adeguavano a delle leggi meccaniche ben determinate e precise. Pertanto si poteva scorgere una struttura matematica anche nel comportamento dei banali oggetti materiali sulla Terra e non solo nel movimento degli astri nel cielo. Da allora lo sviluppo della fisica e delle altre scienze fu grandioso ed inarrestabile.
Il filosofo, matematico e fisico Cartesio contribuì in maniera decisiva a tale sviluppo. Keplero enunciò le leggi fondamentali del moto dei pianeti, evidenziando che le loro orbite erano ellittiche e non esattamente circolari (come si credeva fino ad allora sempre in virtù della convinzione che le caratteristiche dei cieli fossero perfette).
Si tratta ancora in un’epoca di transizione, in cui si cerca di far convivere le convinzioni teologiche tradizionali con le nuove conoscenze scientifiche che pure sembrano superarle inesorabilmente. Non manca inoltre l’influenza di una concezione magica del mondo che si era diffusa durante il Rinascimento, grazie a filosofi come Bruno: così per noi è sorprendente il fatto che Galileo e Keplero conoscessero bene l’astrologia e compilassero oroscopi. Forse Galileo intendeva solo arrotondare il suo magro stipendio in lire veneziane, ma sicuramente Keplero era convinto della validità dell’astrologia, o almeno concepiva l’universo in termini mistici.
Newton continuò il lavoro di Galileo ampliandolo in misura enorme e sistemandolo nella meccanica classica. Anzitutto riprese gli studi di Galileo sulla caduta dei "gravi" (cioè degli oggetti pesanti) giungendo a formulare la grandiosa teoria della gravitazione universale, che unifica la gravità terrestre con la gravità celeste, ovvero fornisce contemporaneamente una spiegazione del peso degli oggetti terrestri e della loro tendenza a cadere verso il basso, e del moto dei pianeti e di tutti gli astri nel cielo. In apparenza si tratta di due fenomeni completamente diversi, che fino ad allora nessuno aveva pensato di associare. Newton inoltre diede una definizione matematica esatta del concetto di forza, che permette di dedurre esattamente il movimento degli oggetti, e diede contributi decisivi per lo sviluppo dell’ottica e dell’analisi matematica. Con le nuove conoscenze di fisica i progressi della tecnica divennero inarrestabili: presto sarebbero arrivate la macchina a vapore ed altre invenzioni, impensabili nei secoli precedenti, da cui seguì la "rivoluzione industriale", tappa fondamentale del progresso umano.
Il secondo capitolo di questo libro sarà dedicato ad un’analisi più approfondita degli sviluppi della fisica e marginalmente anche delle altre scienze che nel frattempo stavano nascendo o venivano riformate in base al metodo sperimentale galileiano (chimica, biologia, medicina, astronomia, eccetera).
La presente panoramica generale invece intende evidenziare gli effetti dello sviluppo della scienza sulle convinzioni e sulla mentalità dell’uomo occidentale: il progresso della scienza e della tecnica sembrava coincidere con una svalutazione sempre più netta della teologia e della religione, i cui insegnamenti sembravano essere superati o espressamente contraddetti dalle nuove scoperte.
Già Galileo aveva dovuto fare i conti con la Chiesa, che lo condannò all’isolamento ad Arcetri per aver sostenuto e difeso il modello eliocentrico, che veniva considerato eretico dalla Chiesa. Infatti esso non si accordava col principio che l’uomo fosse stato creato ad immagine e somiglianza di Dio e si trovasse al centro dell’universo, come sottinteso nella Bibbia (visione antropocentrica). Galileo, a differenza di Bruno, fu condannato all’isolamento e non a morte perché rinnegò l’eliocentrismo. Ma rimase celebre la frase che egli avrebbe bofonchiato alla fine del processo, riferendosi evidentemente al moto della Terra intorno al Sole: "Eppur si muove".
VI - Meccanicismo, illuminismo e diffusione dell’ateismo.
Il modello meccanicistico della fisica ottenne notevoli risultati anche nel campo della fisiologia: grazie ad esso Harvey riuscì a spiegare la circolazione del sangue e Borelli il funzionamento dei muscoli. I successi della scienza influenzarono enormemente le convinzioni degli intellettuali del diciottesimo secolo. Nacque così l’illuminismo, una corrente di pensiero che riponeva fiducia illimitata nella ragione dell’uomo, rinnegando i dogmi tradizionali della religione. Ad esempio il concetto di "fede", che si fonda sul sentimento e non sulla ragione, era inaccettabile per gli illuministi, che sulla base dei risultati della scienza sostenevano che l’approccio alla verità doveva essere di natura razionale e non emotiva.
Nacquero così strane forme di religioni "razionali" come il deismo, e si ebbe una larga diffusione dell’ateismo, più che in ogni altra epoca precedente. Alcuni filosofi, come La Mettrie, portarono alle estreme conseguenze le convinzioni materialistiche, meccanicistiche ed ateistiche, rifiutando e negando l’esistenza di ogni forma di "spirito" e dichiarando che l’uomo e gli animali sono semplici macchine mosse dalle leggi della fisica, in maniera simile a degli orologi o dei congegni meccanici particolarmente complessi: praticamente degli automi. Secondo questa visione, la mente dell’uomo è solo una conseguenza secondaria di tali movimenti meccanici, una sorta di fenomeno spurio causato accidentamente dalle combinazioni della materia e dal suo movimento interno.
Tali affermazioni di La Mettrie possono essere comprese se si considerano i risultati che la fisica e l’ingegneria stavano ottenendo in quell’epoca. La meccanica di Newton infatti può prevedere con precisione straordinaria il movimento non solo dei pianeti, ma, in maniera perfettamente analoga, di qualsiasi altro oggetto o sistema meccanico, purché si conoscano esattamente le forze che agiscono sul sistema in questione. L’evoluzione di un sistema meccanico quindi risulta prevedibile e predeterminata, con una precisione eccezionale, che apparentemente non sembra soggetta ad alcuna limitazione (determinismo).
Laplace, grande matematico e fisico, nel 1802 ebbe modo di esporre a Napoleone la teoria materialistica e deterministica su cui si basava la concezione della fisica. Alla fine Napoleone rimase meravigliato poiché Dio non era stato menzionato, e perciò domandò a Laplace quale fosse il ruolo di Dio in quel sistema del mondo. Laplace rispose: "non ho avuto bisogno di codesta ipotesi".
Alla fine del diciottesimo secolo nasce la chimica, basata sulla teoria atomica: si scopre che tutta la materia, allo stato solido, liquido o aeriforme, è composta da particelle piccolissime, chiamate "atomi", in conformità al termine usato nell’antichità dai filosofi Leucippo e Democrito. La chimica risulta subito in grado di dare una spiegazione delle proprietà di tutti i materiali conosciuti, e porterà presto alla creazione di nuovi materiali. Nella stessa epoca si sviluppano gli studi sull’elettricità e sul magnetismo, che permetteranno ulteriori straordinari sviluppi della tecnologia.
VII - La svalutazione del ruolo dell’uomo nell’universo.
Per quanto riguarda gli studi scientifici sugli esseri viventi, già nel secolo diciassettesimo Hooke aveva scoperto che essi sono costituiti da migliaia di piccole particelle chiamate "cellule", visibili solo al microscopio. La teoria cellulare, sviluppata nel diciannovesimo secolo, evidenziò che le cellule a loro volta sono costituite di composti chimici che contengono elementi materiali ordinari (carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto, eccetera), ovvero sono costituite di atomi proprio come la materia inanimata, sebbene mostrino una insolita capacità di organizzazione. Così la scienza non trova nell’uomo l’anima di cui parlano le religioni, bensì solo elementi materiali. Questo portò il biologo Vogt ad affermare: "Il cervello secerne pensieri così come il fegato secerne bile".
Nel corso del diciannovesimo secolo Darwin dà un’ulteriore stoccata alla vanità dell’uomo. Con la sua teoria dell’evoluzione biologica egli evidenzia che gli esseri viventi si sono evoluti nel corso di milioni di anni da semplici organismi ad organismi sempre più complessi, fino ad arrivare all’uomo. Darwin commenta tutto ciò con le seguenti parole: "Nella sua arroganza l'uomo attribuisce la propria origine a un piano divino; io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali".
Oggi la biologia evoluzionistica afferma che l’uomo discende dalle scimmie, le quali discendono da organismi più semplici, e così via, fino a retrocedere a semplici cellule che si ritengono nate per caso sulla Terra circa tre miliardi di anni fa, grazie a combinazioni chimiche accidentali avvenute in acque poco profonde e ricche di elementi, che costituivano il cosiddetto brodo organico primordiale. I primi organismi complessi risalirebbero invece a circa 600 milioni di anni fa.
Secondo la biologia ufficiale, lo sviluppo della vita dal brodo primordiale è avvenuta per caso: scontri accidentali tra le molecole hanno formato strutture sempre più elaborate, formando organismi sempre più complessi. La macromolecola del DNA, che contiene il codice genetico di ogni organismo, ha gradualmente subito delle mutazioni accidentali, e si sono conservate solo quelle combinazioni che fortuitamente si rivelavano più adatte a sopravvivere nell’ambiente circostante, mentre le altre sono scomparse, secondo un cinico meccanismo chiamato selezione naturale.
Nel corso del diciannovesimo secolo si comprende definitivamente anche che il Sole non si trova al centro dell’universo. La rivoluzione astronomica aveva sostituito il Sole alla Terra al centro del nostro sistema planetario (detto appunto sistema solare), ma si continuava ancora a credere che esso fosse al centro dell’universo (solo pochi, come Bruno, credevano all’esistenza di innumerevoli sistemi solari, nessuno dei quali poteva ritenersi centrale).
All’inizio del ventesimo secolo risulta ormai chiaro che il nostro Sole è una stella comune, di dimensioni medio-piccole, situata in una zona semi-periferica di una galassia qualsiasi, chiamata Via Lattea. L’uomo perde sempre più importanza rispetto all’immensità dell’universo materiale. E siccome le disgrazie non vengono mai sole, in questi anni arriva pure la psicoanalisi di Freud, che evidenzia che la psiche dell’uomo è fortemente condizionata dalle pulsioni inconsce (di natura praticamente animale), solo di poco mitigate dalla moralità collettiva.
VIII - La fisica del ventesimo secolo.
Nel corso del ventesimo secolo la fisica continua il suo sviluppo. La teoria della relatività di Einstein implica l’esistenza di alcuni paradossi che sembrano contraddire il comune buonsenso e costringono i fisici a rivedere i concetti di spazio e di tempo.
Tale teoria inoltre evidenzia che la materia è una particolare forma di energia: la celebre formula di Einstein E=mc2, che tutti conoscono ma di cui pochi sanno il significato, in termini semplici significa proprio questo. La massa di ogni particella materiale equivale ad una certa energia, ed in particolari circostanze le particelle possono disintegrarsi e liberare l’energia corrispondente (si pensi alla bomba atomica).
Intanto gli studi sulla struttura dell’atomo rivelano che esso è un sistema fisico costituito da particelle ancora più piccole in movimento, il protone, il neutrone e l’elettrone. Tali particelle elementari obbediscono a strane leggi, descritte dalla cosiddetta meccanica quantistica, e rivelano che la loro natura non è puramente "corpuscolare" (cioè non si tratta di vere e proprie particelle materiali paragonabili a piccole palline dure) ma è anche "ondulatoria", ovvero sono descrivibili in termini di onde che si propagano nello spazio: questo è uno dei tanti paradossi della meccanica quantistica, che rivela i limiti della concezione materialistica e meccanicistica ottocentesca e propone nuovi modelli della realtà fisica.
Secondo alcuni autori particolarmente audaci la fisica contemporanea apre prospettive completamente nuove e spiana addirittura la strada a concezioni dell’universo in cui la figura dell’uomo cosciente può essere inaspettatamente riabilitata: si pensi alle teorie azzardate di fisici come Fritjof Capra (Il Tao della Fisica, Adelphi 1975) o Fabrizio Coppola (Ipotesi sulla Realtà, Lalli 1991).
|