| Secondo Burt Rutan, padre della prima astronave privata, tra 25 anni saranno a disposizione voli di linea verso lo spazio e veri e propri alberghi in orbita
Nel giro di una generazione, chiunque potrà andare in vacanza nello spazio. E’ questa la fantascientifica visione che Burt Rutan, padre della prima astronave privata, ha esposto nel corso dell’Intel Developer Forum di San Francisco. Secondo Rutan, infatti, nel giro di 12 anni inizieranno a comparire i primi voli commerciali destinati a normali individui, mentre tra 25 anni dovrebbero esistere veri e propri villaggi turistici in orbita.
Finora solo 455 persone sono andate nello spazio, ha dichiarato Rutan, che ha progettato SpaceShipOne, l’astronave vincitrice del premio di dieci milioni di dollari messo in palio per il primo volo spaziale privato. Il CEO di Intel, Craig Barrett, lo aveva invitato sul palco durante il suo discorso di apertura della manifestazione. "Tra 12-15 anni, un viaggio per uscire dall’atmosfera costerà 30mila-40mila dollari", ha dichiarato Rutan. "Tra 25 anni, esisteranno anche degli alberghi in orbita". In confronto, la società di turismo spaziale Virgin Galactic chiede agli aspiranti astronauti del weekend 190mila dollari per un volo di due ore e cinque minuti di assenza di gravità.
Un fattore fondamentale sarà il miglioramento della sicurezza. In pochi anni, le imprese di volo spaziale saranno in grado di offrire la sicurezza garantita dalle compagnie aeree degli anni trenta, vale a dire "almeno cento volte più di quella offerta da americani e sovietici nei primi tre decenni di viaggi spaziali", afferma Rutan.
In effetti, la sicurezza del rientro è stato uno degli aspetti di SpaceShipOne che potrebbe aprire la strada ai voli spaziali privati. Ma l’impresa dell’anno scorso potrebbe ispirare anche una nuova generazione di ingegneri aeronautici. Pionieri come Howard Hughes, Werner Von Braun e altri, infatti, erano bambini quando avvennero i primi esperimenti di volo, tra il 1908 e il 1912. Tuttavia, secondo Rutan, fino a poco tempo fa l’approccio gelido della NASA ha smorzato il romanticismo e la passione legati ai viaggi spaziali: "Negli ultimi trent’anni, abbiamo annoiato i nostri figli con i programmi spaziali."
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