Marte

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Sè#9
icon11  view post Posted on 30/5/2005, 14:47




Marte (greco: Ares) è il dio della guerra. Probabilmente il pianeta ha ricevuto questo nome per via del suo colore rosso; talvolta Marte è indicato con l'espressione Pianeta Rosso. (Una nota interessante: il dio romano Marte era una divinità dell'agricoltura, prima di essere associato con il greco Ares; coloro che sono favorevoli alla colonizzazione di Marte possono preferire questo simbolismo.) Il nome del mese di marzo deriva da Marte.
Marte è conosciuto fin dai tempi preistorici. Esso è tuttora preferito dagli scrittori di fantascienza come luogo più adatto nel sistema solare per la vita umana (oltre alla Terra, s'intende!). Ma i famosi "canali" visti da Lowell e altri furono, sfortunatamente, frutto dell'immginazione come la principessa di Barsoom.

La prima sonda che ha visitato Marte fu il Mariner 4 nel 1965. Seguirono molte altre sonde, tra le quali i due landers Viking nel 1976 (a sinistra). E ponendo termine ad una ventennale interruzione, il Mars Pathfinder è giunto felicemente su Marte il 4 luglio 1997 (a destra).

L'orbita di Marte è notevolmente ellittica. Una conseguenza di ciò è una variazione di temperatura di circa 30 gradi tra l'afelio e il perielio. Tutto questo ha una grossa influenza sul clima marziano. Mentre la temperatura media su Marte è di circa 218 K (pari a -55 C), le temperature alla superficie variano ampiamente dai 140 K (-133 C) al polo nella stagione invernale ai quasi 300 K (+27 C) durante le giornate estive.

Sebbene Marte sia molto più piccolo della Terra, l'area della sua superficie è più o meno la stessa dell'estensione della terraferma sulla nostro pianeta.

Se si esclude la Terra, Marte ha il territorio più vario e interessante di tutti i pianeti terrestri, e in parte è davvero spettacolare:
- Monte Olympus: la più grande montagna del sistema solare, che di eleva per 24 km al di sopra della pianura circostante. La sua base ha un diametro di oltre 500 km ed è orlata da un dirupo alto 6 km (a destra).
- Tharsis: un vasto altipiano sulla superficie di Marte, che si stende per circa 4.000 km ad un'altitudine di 10 km.
- Valles Marineris: un sistema di canaloni lungo 4.000 km, la cui profondità varia da 2 a 7 km (all'inizio della pagina);
- Hellas Planitia: un cratere da impatto nell'emisfero meridionale, profondo 6 km e con un diametro di 2.000 km.
La maggior parte della superficie marziana è assai antica e craterizzata, ma ci sono anche valli tettoniche, creste montuose, colline e pianure molto più giovani.

L'emisfero meridionale di Marte è costituito soprattutto da antichi altipiani craterizzati (a sinistra), in un certo modo simili a quelli della Luna. Al contrario, la maggior parte dell'emisfero settentrionale è formato da pianure che sono più giovani, meno elevate e hanno una storia più complessa. Sul confine fra le due zone sembra esserci un brusco cambiamento di altitudine. Le ragioni di questa dicotomia globale sono sconosciute (alcuni ipotizzano che sia dovuta ad un gigantesco impatto verificatosi subito dopo la formazione del pianeta). Di recente alcuni scienziati hanno cominciato a chiedersi innanzi tutto se la brusca elevazione esista davvero: il Mars Global Surveyor dovrebbe risolvere la questione.

La parte interna di Marte è conosciuta solo attraverso la combinazione dei dati riguardanti la superficie con le statistiche sulla massa del pianeta. L'ipotesi più verosimile vede un denso nucleo di 1.700 km di raggio, un mantello di roccia fusa un po' più denso di quello terrestre, e una crosta sottile. La densità di Marte è relativamente bassa, se comparata a quella degli altri pianeti terrestri: ciò indica che il suo nucleo contiene probabilmente una buona frazione di zolfo oltre al ferro (ferro e solfuro di ferro).
 
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Sè#9
view post Posted on 30/5/2005, 14:48




Come Mercurio e la Luna, Marte sembra non avere un'attiva tettonica a zolle; non c'è alcun indizio di movimenti orizzontali sulla superficie, come ad esempio le montagne ripiegate così comuni sulla Terra. In assenza di movimenti laterali delle placche, i punti caldi sotto la crosta rimangono fermi rispetto alla superficie. Questo fenomeno, unito alla bassa gravità superficiale, può dare una spiegazione dell'altipiano Tharsis e dei suoi enormi vulcani. Tuttavia non c'è alcuna prova di una attività vulcanica in atto. E sebbene in passato Marte abbia potuto essere più attivo dal punto di vista vulcanico, sembra che non abbia mai avuto una tettonica a zolle.

Ci sono indizi molto evidenti di erosione in molti luoghi di Marte, tra i quali vi sono ampi sistemi di fiumi grandi e piccoli (a destra). Evidentemente un tempo c'era acqua sulla superficie: forse c'erano laghi molto estesi o perfino oceani. Ma sembra che questo si sia verificato solo brevemente e molto tempo fa; l'età dei canali di erosione è stimata attorno ai 4 miliarsi di anni. (Le Valles Marineris NON sono state create da acqua corrente. Si sono formate a causa dello stiramento e della rottura della crosta in relazione alla nascita dell'altipiano Tharsis.)

Anticamente Marte era molto più simile alla Terra. Come per la Terra, quasi tutta la sua anidride carbonica è stata usata nella formazione di rocce carbonate. Ma poiché, a differenza della Terra, è privo della tettonica a zolle, Marte è incapace di reimmettere parte di tale anidride carbonica nell'atmosfera e così non può generare un significativo effetto serra. La superficie marziana è perciò molto più fredda di quella che avrebbe avuto la Terra a quella distanza dal Sole.

Marte ha un atmosfera molto sottile, composta per lo più dalla modesta quantità residua di anidride carbonica (95,3%), cui si aggiungono azoto (2,7%), argo (1,6%) e tracce di ossigeno (0,15%) e acqua (0,03%). La pressione media sulla superficie marziana è di soli 7 millibar (meno dell'1% di quella terrestre), ma varia notevolmente con l'altitudine, da 9 millibar nei bacini più profondi ad 1 millibar in cima al Monte Olympus. Tuttavia è densa abbastanza per avere venti molti forti e vaste tempeste di sabbia che talvolta coprono l'intero pianeta per mesi. La lieve atmosfera di Marte produce un effetto serra, ma è sufficiente soltanto ad aumentare la temperatura di superficie di 5 gradi; molto meno di quanto vediamo su Venere e sulla Terra.

Marte ha delle calotte permanenti di ghiaccio ad entrambi i poli, composte per lo più di anidride carbonica solida ("ghiaccio secco"). Queste calotte mostrano una struttura stratificata, con strati di ghiaccio alternati a concentrazioni di polvere scura. Durante l'estate nell'emisfero nord, l'anidride carbonica sublima completamente, lasciando uno strato residuo di ghiaccio d'acqua. Non si sa se ci sia uno strato analogo sotto la calotta del polo sud (a sinistra), poiché la sua anidride carbonica non scompare mai del tutto. Il meccanismo responsabile della stratificazione è sconosciuto, ma potrebbe essere dovuto ai mutamenti climatici correlati ai cambiamenti nell'inclinazione dell'equatore rispetto al piano dell'orbita. Inoltre, potrebbe esserci del ghiaccio d'acqua nascosto sotto la superficie a latitudini inferiori. I cambiamenti stagionali conseguenti al mutamento delle calotte polari fanno variare la pressione atmosferica di circa il 25% (come misurato nei luoghi di atterraggio dei Viking).

Recenti osservazioni effettuate con l'Hubble Space Telescope (a destra) hanno rivelato che le condizioni durante le missioni Viking potrebbero non essere state quelle normali. L'atmosfera di Marte ora sembra più fredda e secca di quanto è stato misurato dai Viking. (maggiori dettagli dallo STScI)

I Viking hanno svolto esperimenti al fine di determinare se la vita esiste su Marte. I risultati sono stati in un certo senso ambigui, ma la maggior parte degli scienziati ora ritiene che essi non forniscono alcuna prova della presenza della vita su Marte (tuttavia c'è ancora qualche controversia). Gli ottimisti fanno notare che sono stati misurati solo due modesti campioni, e per di più tratti da luoghi poco favorevoli. Ulteriori esperimenti verranno effettuati dalle future missioni su Marte.

Si ritiene che un piccolo numero di meteoriti (le meteoriti SNC) si sia originato su Marte.

Il 6 agosto 1996, David McKay e altri hanno annunciato la prima identificazione di composti organici in una meteorite marziana. Essi suggerivano inoltre che tali composti, in combinazione con un certo numero di altre formazioni mineralogiche osservate nella roccia, potrebbero essere la prova di antichi microrganismi marziani (a sinistra?).
Per quanto sia eccitante tutto ciò, è importante notare che tale prova, pur essendo forte, non dimostra in alcun modo l'esistenza di vita extraterrestre. Ci sono stati molti altri studi contraddittori, pubblicati dopo la ricerca di McKay. Occorre ricordare che "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie". Molto lavoro rimane da fare prima di poterci fidare di questa affermazione straordinaria.
 
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Sè#9
view post Posted on 30/5/2005, 14:50




Un ampio, ma non globale, e debole campo magnetico esiste in varie regioni di Marte. Questa scoperta inattesa venne fatta dal Mars Global Surveyor solo alcuni giorni dopo essere entrato in orbita intorno a Marte. Si tratta probabilmente dei resti di un antico campo globale ora scomparso. Ciò può avere importanti implicazioni per la struttura interna del pianeta e per la storia passata della sua atmosfera e quindi per la possibilità di un'antica vita.

Quando si trova nel cielo notturno, Marte è facilmente visibile ad occhio nudo. La sua luminosità apparente varia notevolmente in base alla sua posizione relativa rispetto alla Terra. La planet finder chart di Mike Harvey mostra l'attuale posizione di Marte (e degli altri pianeti) nel cielo. Carte più dettagliate e personalizzate possono essere create con un programma planetario come lo Starry Night.

SATELLITI:

Phobos è la più grande e la più interna delle due lune di Marte. In tutto il sistema solare, inoltre, Phobos è il satellite che orbita più vicino al suo pianeta, trovandosi a meno di 6.000 km dalla superficie di Marte. È pure una delle più piccole lune del sistema solare.

Nella mitologia greca, Phobos è uno dei figli di Ares (Marte) e Afrodite (Venere). "Phobos" in greco significa "paura" (è la radice di "fobia").
Scoperta da Hall il 12 agosto 1877, questa luna venne fotografata dalle sonde Mariner 9 nel 1971, Viking 1 nel 1977, e Phobos nel 1988.

Phobos orbita intorno a Marte al di sotto del raggio dell'orbita sincrona. Perciò sorge a ovest, si muove velocemente attraverso il cielo e tramonta a est, in genere due volte al giorno. Si trova così vicino alla superficie che non da tutti i punti della superficie di Marte può essere visto sopra l'orizzonte.

E il destino di Phobos è segnato: poichè esso orbita al di sotto dell'altezza sincrona, le forze di marea stanno abbassando la sua orbita (attualmente di 1,8 metri al secolo). Tra circa 50 milioni di anni si schianterà sulla superficie marziana oppure (più probabilmente) si frantumerà diventando un anello. (Questo è l'effetto opposto di quello che fa allontanare l'orbita della Luna.)

Phobos e Deimos potrebbero essere composti di rocce ricche di carbonio, come gli asteroidi di tipo C. Ma le loro densità sono così basse che non possono essere di roccia pura. Più probabilmente essi sono costituiti da una miscela di roccia e ghiaccio. Entrambi sono fortemente craterizzati. Nuove immagini raccolte dal Mars Global Surveyor indicano che Phobos è coperto da uno strato di polvere fine di circa un metro di spessore, che assomiglia alla regolite della Luna.

La sonda sovietica Phobos 2 ha rilevato una debole ma costante emissione di gas da Phobos. Sfortunatamente Phobos 2 è morta prima di determinare la natura di questo materiale: l'ipotesi migliore è che sia acqua. Phobos 2 ha anche raccolto alcune immagini (a destra).

La formazione più caratteristica di Phobos è il grande cratere chiamato Stickney, il nome da nubile della moglie di Hall (in cima alla pagina). Come il cratere Herschel di Mimas (in scala minore), l'impatto che ha creato Stickney deve aver quasi distrutto Phobos. Probabilmente anche i solchi e le striscie della superficie furono provocati dall'impatto Stickney.

È ampiamente condivisa l'opinione che Phobos e Deimos sono asteroidi catturati. Ci sono alcune teorie le quali ipotizzano che essi si originarono nel sistema solare esterno piuttosto che nella cintura principale degli asteroidi.

In futuro Phobos e Deimos potrebbero essere utili come "basi spaziali" da cui studiare Marte o come tappe intermedie per raggiungere la superficie marziana; specialmente se verrà confermata la presenza di ghiaccio.

 
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Sè#9
view post Posted on 30/5/2005, 14:52




Deimos è la più piccola e la più esterna delle due lune di Marte. È la più piccola luna del sistema solare che si conosca.

Nella mitologia greca, Deimos è uno dei figli di Ares (Marte) e Afrodite (Venere); "deimos" in greco significa "panico".
Scoperta da Hall il 10 agosto 1877, questa luna venne fotografata dal Viking 1 nel 1977.

Deimos e Phobos sono costituiti da rocce ricche di carbonio, come gli asterodi di tipo C, e da ghiaccio. Entrambi sono fortemente craterizzati.

Deimos e Phobos sono probabilmente asteroidi perturbati da Giove in orbite che li hanno fatti catturare da Marte.

IMMAGINI DI MARTE:

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-*Antima*-
view post Posted on 30/6/2005, 09:29




Ho sentito parlare del Terraforming, un progetto colossale che vuole in qualche modo rendere Marte quanto più simile alla Terra, addirittura importando ossigeno! Ciò mi pare assurdo sia perché non la ritengo una cosa fattibile neanche tra secoli...e anche perché non sarei d'accordo ad una cosa simile...Cosa ne pensate?
 
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Sè#9
view post Posted on 30/6/2005, 09:34




non penso che sia fattibile rendere Marte molto simile alla Terra, anche solo per la sua distanza dal sole...in ogni caso girano voci che dicono che è stato scoperto dagli astronomi un pianeta (in un altro sistema solare) che ha una conformazione rocciosa simile a quella della Terra (a differenza di molti altri pianeti che sono gassosi)
 
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-*Antima*-
view post Posted on 30/6/2005, 10:02




Si ne ho appena parlato in un altro topic!
 
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Lia#5
view post Posted on 25/11/2005, 17:16




La sonda americana Global Surveyor ci ha inviato delle immagini da Marte, in 8 anni di attività, davvero stupefacenti.
La prima, che risale al 2002, mostra una parete completamente liscia, mentre la seconda che è di quest'anno rileva la presenza di due profonde scanalature serpeggianti; scanalature del genere sono attribuite alla vaporizzazione di uno strato di anidride carbonica ghiacciata intrappolata a poca distanza dalla superficie. Ne erano già state notate altre sui bordi di diversi crateri e sulle dune, ma nessuno era arrivato a pensare che la loro origini fosse così recente.

Il confronto con altre immagini, scattate a poco tempo di distanza, mostra la presenza, in + punti, di solchi prodotti dal rotolamento di massi di dimensioni notevoli, nonchè un prgressivo scioglimento della calotta polare meridionale, che si ritira alla velocità di tre metri all'anno (marziano, pari a 687 giorni terrestri). Il primo fenomeno farebbe pensache che all'interno di marte ci sia ancora molto calore, il secondo invece potrebbe essere dovuto a piccole scosse sismiche; ciò vorrebbe dire che il pianeta è molto + attivo di quanto nn sembri ed il suo interno potrebbe offrire una nicchia per qualche forma di vita
 
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Lia#5
view post Posted on 1/12/2005, 17:08




ATTENZIONE: per la prima volta nel sottosuolo di marte e stato trovato del ghiaccio! lo ha individuato un radar italiano Marsis a circa 700 metri di profondità (Marsis era a bordo della sonda Mars Express dell ESA)
Il responsabile dell'agenzia spaziale europea (per l'esplorazione del sistema solare) Marcello Corradini, ha commentato affermando che è sicuro che sul pianeta rosso ci sia la presenza di ghiaccio peraltro molto antico e, inoltre, questa scoperta apre nuovi risvolti nella storia geologica di questo pianeta.
<> ha aggiunto il responsabile dell'Asi per l'osservazione del sistema solare, Enrico Flamini.
A confermare l'ipotesi che Marte in un tempo lontanissimo fosse solcato da fiumi e che fosse ricco di oceani e laghi, sono i risultati dell'uso di un'altro strumento a bordo del Mars Express: lo spettrometro Omega, che ha ricostruito virtualmente tutta la "storia" del pianeta.
E'presto però per parlare di acqua allo stat liquido nel sottosuolo di Mate; per saperne di + bisognerebbe aspettare i prossimi mesi, quando il pianeta sarà al buio a partire da Divembre e per tutto gennaio e febbraio; una condizione di eclisse che favorisce il lavoro del radar.
Il Marsis (Mars Advanced Radar For Subsurface and Ionosphere Sounding instrument) è stato realizzato in italia dall'Alenia Spazio per conto dell'Asi.


ecco Marsis:
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e mars Express:
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Edited by Lia#5 - 1/12/2005, 17:13
 
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Sè#9
view post Posted on 1/12/2005, 17:21




molto interessante!
 
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Lia#5
view post Posted on 25/4/2006, 13:07




MARTE ALLE ORIGINI POTEVA OSPITARE VITA.
All'inizio della sua storia, circa 4 miliardi di anni fa, Marte avrebbe potuto ospitare la vita. Secondo la rivista "Science", il pianeta rosso, infatti, era solcato da fiumi e mari ed aveva un clima temperato. Condizioni favorevoli che durarono solo 1 miliardo di anni, poi una serie di cambiamenti climatici lo resero freddo e arido.
 
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Andak Kayumura
view post Posted on 5/11/2007, 16:20




domanda: ma sotto le calotte marziane non dovrebbe esserci ghiaccio d'acqua?
 
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Sè#9
view post Posted on 24/11/2008, 18:23




Un antico oceano su Marte
Ulteriori indizi trovati dallo spettrometro a bordo della Mars Odyssey (Nasa)
Un team internazionale di scienziati, che include ricercatori italiani dell’ Università d’Annunzio di Chieti-Pescara, ha analizzato i dati provenienti dal “Gamma Ray Spectrometer” (GRS), strumento montato sulla sonda NASA Mars Odissey, e ha riferito di nuove prove sulla controversa ipotesi che nel passato antichi oceani ricoprissero circa un terzo della superficie di Marte.
“Abbiamo confrontato i dati del GRS riferiti al potassio, al torio ed al ferro, acquisiti al di sopra ed al di sotto di un'ipotetica linea di costa che demarcherebbe un antico oceano che ricopriva circa un terzo della superficie di Marte, e di un'altra ipotetica spiaggia che delineerebbe un oceano più interno, più giovane e meno esteso”, sostiene il responsabile della ricerca internazionale, il geologo planetario James M. Dohm dell'University of Arizona.
Dohm prosegue: “La nostra indagine ci ha fatto porre la seguente questione: dato che l'acqua e le rocce che contenevano questi elementi sono stati trasportati dalle montagne verso le pianure, dove si sono probabilmente espanse come un corpo d'acqua, non dovremmo trovare una concentrazione maggiore di questi elementi a valle delle linee di costa?”.
Il GRS di Mars Odyssey, o Gamma Ray Spectrometer, ideato e sviluppato da William Boynton, del Lunar and Planetary Laboratory dell’ University of Arizona, ha lo scopo di rintracciare elementi sepolti al di sotto della superficie di Marte sino ad una profondità massima di 1/3 di metro (o 13 pollici), attraverso l'uso dei raggi gamma da loro emessi. Nel 2002, questo metodo ha permesso al GRS di scoprire acqua ghiacciata vicino alla superficie di Marte alle alte latitudini. Il team oltre che da scienziati americani e composto anche da scienziati Italian dell’ International Research School of Planetary Sciences (IRSPS) dell’ Università d’Annunzio di Chieti-Pescara.
L’IRSPS sta infatti curando, grazie a finanziamenti dell’ASI, un progetto pilota per la raccolta di dati geofisici su Marte utilizzando i dati di diverse sonde NASA ed ESA.
Gli elementi ottenuti dal Mars Odissey e dalle altre sonde suggeriscono che probabilmente, nel passato, le condizioni favorevoli alla presenza d'acqua in superficie hanno favorito il dilavamento, il trasporto e la concentrazione di diversi elementi quali il potassio, il torio ed il ferro. “Anche se non si tratta della prova definitiva della presenza di un antico oceano su Marte è certamente un indizio estremamente importante” riferisce Gian Gabriele Ori coautore del lavoro e direttore della scuola di planetologia IRSPS dell’ Università d’Annunzio e aggiunge che “parlare anche solo 10 anni fa della presenza di laghi poteva sembrare una eresia, mentre ormai la passata presenza di acqua è ormai cosa accertata, e che le evidenze convergono sull’idea della presenza di un vero e proprio oceano”.
La linea di costa più interna e giovane denota che alcuni miliardi di anni fa, sulla regione pianeggiante settentrionale di Marte esisteva un oceano di estensione pari a circa 10 volte quella del Mar Mediterraneo, più o meno equivalente a quella del Nord America. Al contrario, i ricercatori stimano che la linea di costa più estesa e più antica delimitasse un oceano circa 20 volte la dimensione del Mar Mediterraneo, che ricopriva circa un terzo della superficie marziana.
Al fine di ricostruire la topografia della regione esaminata, gli scienziati hanno utilizzato i dati provenienti dall'altimetro laser (MOLA), montato a bordo della sonda Mars Global Surveyor.
Le loro scoperte saranno redatte nell'articolo “GRS – Evidence and the possibility of Paleo-oceans on Mars”, che sarà pubblicato in una edizione spaciale della rivista Planetary and Earth Science, riferita al Workshop “Mars and its Earth analogs”, tenutosi a Trento nel Giugno 2007. E organizzato dall’ Agenzia Spaziale Italiana assieme all’ Agenzia Spaziale Canadese e all’ IRSPS.
Circa 20 anni fa, diversi studi hanno acceso il dibattito scientifico sulla possibile esistenza di antichi oceani su Marte in base alla presenza di cordoni di spiaggie ormai abbandonate. In uno di questi studi, portato avanti da Victor Baker e dai suoi colleghi dell' University of Arizona, fu avanzata l'ipotesi che alcuni miliardi di anni fa le eruzioni magmatiche innescarono megafloods di portata enormemente più grande di quella del Rio delle Amazzoni. Questi flussi catastrofici allagarono, in particolare, le zone marziane settentrionali, dando origine a mari e laghi, denotando quindi condizioni relativamente più calde ed umide rispetto alle ultime decine di migliaia di anni.
Gli scienziati sono interessati a capire sul come e sul quando l'acqua sia esistita su Marte in quanto è strettamente legata allo sviluppo della vita.
Le immagini acquisite dal Mariner 9 nei primi anni 70 e, successivamente, quelle dal Viking e dai landers della fine degli anni 70, portarono alla luce numerose prove di un passato con acqua allo stato liquido su Marte. Negli ultimi 10 anni nuove immagini ed informazioni derivanti dalle diverse missioni statunitensi ed europee hanno aggiunto ulteriore dettaglio e chiarezza alla questione. In particolare, le missioni MGS, Mars Odissey, Mars Express ed MRO hanno evidenziato un paesaggio marziano modellato dal ghiaccio e dall'acqua.
Dohm afferma: “Il GRS ha fornito informazioni chiave sul lungo dibatitto sull'esistenza di oceani su Marte. Ma il dibattito è destinato verosimilmente a proseguire nel futuro, forse sino a quando gli scienziati potranno camminare sulla superficie di Marte con strumentazioni alla mano, coadiuvati da un network di sistemi robotizzati in miniatura, montati su satellite, aereo e su terra”.
 
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gigio84br
view post Posted on 15/1/2009, 10:11




veramente interessante, ho visto su yalp un po' di documentari a tema, ma vorrei recuperare qualche libro approfondito. se qualcuno mi legge, mi da dei consigli?
Grazie
 
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14 replies since 30/5/2005, 14:47   430 views
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