Laika & Co., compagni di viaggio

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Sè#9
icon4  view post Posted on 6/2/2005, 09:47




E’ il 3 novembre 1957. Nello sterminato territorio dell’Unione Sovietica alcune grandi antenne ricevono per la prima volta dallo spazio i segnali di una vita biologica evoluta. A emetterli è il cuore di un cane dallo sguardo vivo e un po’ malinconico, che ogni 104 minuti compie il periplo della Terra a bordo di una capsula conica con una piccola cabina cilindrica pressurizzata, provvista di aria condizionata e riserve di ossigeno, cibo e acqua per una settimana.


Il battito del cuore di Laika è il primo segnale di vita proveniente dallo spazio.

Il primo viaggiatore dello spazio

Un husky siberiano femmina di due anni di età e 6 chilogrammi di peso: fu dunque questo il primo viaggiatore spaziale partito dal pianeta Terra. Il suo vero nome (ma sembra che la bestiola fu raccolta con altri consimili randagi dalle strade di Mosca) era forse Kudryavka (Ricciolina), ma i ricercatori la vezzeggiavano con nomignoli come Zhuchka (Piccola Cimice) o Limonchik (Limoncina), mentre i giornali americani ne parlarono sempre chiamandola Muttnik. Divenne universalmente nota semplicemente come Laika, il termine usato dai russi per definire una razza canina affine a quella husky. Laika venne lanciata dal Cosmodromo Baikonur, in Kazakistan, e trasportata nello spazio a bordo dello Sputnik 2, un satellite di 508,3 chilogrammi di peso e 4 metri di altezza che poteva offrire al suo passeggero un angusto spazio e il supporto vitale per circa una settimana. Lo Sputnik montava alcuni strumenti per la misura della radiazione solare nelle regioni ultravioletta e X dello spettro, una sfera metallica del tutto identica allo Sputnik 1 che conteneva un trasmettitore radio, e la camera stagna che accolse il cane. Una speciale copertura conica doveva proteggere il tutto durante l’ascesa del razzo, prima di distaccarsi una volta in orbita.

Laika soggiornò nella sua cabina pressurizzata ed imbottita, grande a sufficienza per consentirle di stendere le zampe e compiere qualche movimento, sebbene fosse imbracata e portasse allacciato sul dorso un sacco che ne raccoglieva i rifiuti corporei. Si alimentò con cibo ed acqua somministrati in forma di gelatina mentre una videocamera montata nell’abitacolo trasmetteva grezzamente a terra la sua immagine televisiva a bassa risoluzione. Infine, alcuni sensori monitoravano il battito cardiaco, la pressione sanguigna e il ritmo respiratorio dell’animale. I primi dati telemetrici indicavano che Laika era irrequieta e guaiva, ma nonostante tutto mangiava il suo cibo.
L’Unione Sovietica, che solo un mese prima era riuscita nell’impresa di lanciare in orbita terrestre il primo satellite artificiale, poteva stupire nuovamente il mondo dimostrando di essere molto più avanti degli Stati Uniti nella corsa alla conquista dello spazio.

Purtroppo la politica della Guerra Fredda non aveva lasciato il tempo di progettare e costruire un sistema di atterraggio e lo Sputnik non aveva possibilità di effettuare un rientro “soffice” sulla Terra: la condanna di Laika era stata scritta già prima del suo lancio, anche se i russi ammisero solo dopo che l’animale non avrebbe fatto rientro sul suo pianeta natale. Anzi, precisarono che Laika sarebbe stata pietosamente addormentata e avvelenata dopo poco meno di una settimana dal lancio, prima che la scarica delle batterie e lo spegnimento di tutti gli apparati rendesse la vita impossibile a bordo.
La cagnetta però non sopravvisse così a lungo. Un’avaria impedì all’ultimo stadio del razzo vettore di distaccarsi dallo Sputnik, impedendo il corretto funzionamento dell’impianto di ricircolo dell’aria. Inoltre, parte dell’isolamento termico si staccò e la temperatura all’interno della cabina raggiunse presto i 40°C. Ufficialmente i russi decretarono che la morte di Laika sopraggiunse dopo quattro giorni dal lancio a causa dell’elevata temperatura. Pare però che i segnali biologici della cagnetta cessarono già il giorno successivo al lift-off.



Edited by Sè#9 - 6/2/2005, 09:47
 
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Sè#9
view post Posted on 6/2/2005, 09:48




Il trionfo dello Sputnik

La storia di Laika cominciò poco dopo il trionfo dello Sputnik 1, quando l’allora leader sovietico Nikita Kruscëv raccolse in riunione i principali scienziati e tecnici missilistici russi, fra i quali era presente anche Sergei Korolev, fondatore del programma spaziale sovietico. Kruscëv covava il desiderio di lanciare un nuovo Sputnik, più grande, più sofisticato ed in grado di stupire ancora una volta il mondo intero. E voleva che fosse lanciato prima del 7 novembre di quello stesso anno, giorno del quarantesimo anniversario della Rivoluzione di Ottobre.
Korolev stava lavorando a un sofisticato satellite (quello che nel maggio 1958 sarebbe diventato lo Sputnik 3), che però non sarebbe stato pronto per il lancio prima del dicembre di quell’anno: troppo tardi.
Così, quando il 12 ottobre 1957 Kruscëv annunciò ufficialmente la decisione di lanciare il secondo Sputnik, Korolev e il suo team furono costretti a sviluppare il nuovo satellite in neppure quattro settimane, il che addirittura costrinse gli ingegneri ad assistere gli operai nella costruzione dei componenti. Non ci fu il tempo di progettare un sistema di rientro, e probabilmente non ci fu neppure il tempo di dotare la capsula di un efficiente apparato telemetrico. Questo spiegherebbe perché lo Sputnik non si liberò dell’ultimo stadio del lanciatore: potrebbe non essere stata un’avaria ad impedirne la separazione, ma semplicemente la necessità di utilizzarne l’impianto di telemetria.
Inoltre, le maggiori dimensioni della navetta l’avrebbero resa facilmente visibile anche nell’ottico semplificando il problema della determinazione delle sue coordinate di volo.
Addirittura in anticipo sulla data prevista, il 3 novembre 1957, il vettore Sapwood SS-6 8K71 (del tutto simile all’R-7 ICBM dello Sputnik 1) si staccò dal suolo di Baikonur dando inizio a una nuova era, quella in cui gli esseri viventi abitano lo spazio.
Sei giorni dopo, con Laika ormai morta, lo Sputnik esaurì tutta l’energia delle sue batterie, e completamente inerte continuò a orbitare attorno alla Terra fino al 14 aprile 1958, quando l’effetto del naturale decadimento dell’orbita lo portò a disintegrarsi nel rientro in atmosfera dopo aver compiuto 2570 orbite in 162 giorni.
Nel 1998, Oleg Gazenko, uno dei principali scienziati del programma spaziale sovietico di allora, in un’intervista rilasciata a Mosca espresse tutto il suo disappunto per quella scelta, affermando: “Più passa il tempo e più sono rammaricato per quella bestiola. Non avremmo dovuto farlo… Da quella missione non imparammo abbastanza per giustificare la morte del cane. Laika non fu sacrificata per il bene e lo sviluppo della scienza, fu solo immolata sull’altare della politica…”.
 
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Sè#9
view post Posted on 6/2/2005, 09:50




Dopo Laika

Laika fu il primo animale a volare nello spazio compiendo almeno un’orbita completa intorno alla Terra, ma non fu certo l’unico. Molti altri la seguirono prima che l’uomo ne prendesse il posto.
La scelta degli Stati Uniti cadde principalmente su scimmie e primati, mentre i russi preferirono per lo più cani femmina. Fra gli animali evoluti, questi erano i più adatti a essere addestrati e allenati per lo stress del lancio; inoltre si adattavano abbastanza bene a rimanere inattivi per lungo tempo. Le cagnette poi (è imbarazzante dirlo), avevano il vantaggio, rispetto ai maschi, di essere più docili e di poter svolgere le proprie necessità senza… dover alzare la zampa: non c’era sufficiente spazio per consentirglielo!
Il 27 agosto 1958 fu la volta di Beljanka e Pjostraja, le quali, salite a 450 chilometri di altezza, tornarono sane e salve, collaudando così un nuovo dispositivo di stabilizzazione e un complesso per l’atterraggio mediante paracadute.

Seguì poi una piccola scimmia statunitense di nome Gordo, che il 13 dicembre 1958 volò sullo Jupiter AM-13, superando i 1000 km di quota. Gordo non soffrì di alcun problema fisico durante il volo, ma purtroppo la sua capsula non fu mai trovata dopo l’ammaraggio nell’Oceano Atlantico.
Il 28 maggio 1959 il primo successo americano: Able, una macaca rhesus di 3,1 kg e Baker, una scimmia Saimiri di 310 grammi, furono lanciate a bordo dello Jupiter AM-18. In 16 minuti di volo percorsero 2735 km raggiungendo l’altitudine di 579 km e la velocità di oltre 18 000 km/h.
Sperimentarono un’accelerazione di oltre 38 volte la forza di gravità e rimasero in assenza di peso per circa 9 minuti. Vennero recuperate vive ed in buone condizioni; Able morì però quattro giorni dopo a causa dell’anestesia durante un’operazione chirurgica per rimuovere un elettrodo che gli aveva procurato un’infezione. Baker morì invece di insufficienza renale il 29 novembre 1984, alla bella età di 27 anni.

Due cani di nome Otvazhnaya e Snezhinkha (Coraggiosa e Fiocco di Neve) accompagnati da un coniglio chiamato Marfusha (Marta), volarono il 2 luglio 1959 a bordo di un razzo R2-A per un test ad alta quota e furono recuperati incolumi. Otvazhnaya volò altre quattro volte in test simili.

Un’altra scimmia maschio americana, Sam, volò nello spazio il 4 dicembre 1959 ed ammarò incolume nell’Oceano Atlantico dove venne recuperato. Reincontrò la sua compagna, Miss Sam sotto gli occhi del suo veterinario che affermò che il loro incontro era stato commovente, “quasi umano”. E proprio Miss Sam il 21 gennaio 1960 collaudò il sistema di espulsione d’emergenza che sarebbe stato poi utilizzato nei voli umani. Anche stavolta la coppia poté felicemente ricostituirsi dopo la missione.
La fortuna non arrise invece a Bars e Lisichka (Lince e Volpetta), che perirono il 28 luglio 1960 nell’esplosione di uno stadio della loro Vostok subito dopo il lift-off.

Belka e Strelka (Scoiattolo e Piccola Freccia) volarono il 19 agosto 1960 sullo Sputnik 5 completando 18 orbite. Alla missione presero parte anche 40 topi e 2 ratti. Alcuni mesi dopo il suo volo, Strelka partorì sei bei cuccioli, uno dei quali, Pushinka, fu donato a John John Kennedy.

Pchelka e Mushka (Piccola Ape e Piccola Mosca) passarono nello spazio il primo dicembre 1960 a bordo dello Sputnik 6, ma l’errata traiettoria di rientro causò la distruzione della capsula e la perdita dei due cani.

Damka e Krasavka (Damina e Bellezza) tentarono un volo orbitale il 22 dicembre 1960, ma l’ultimo stadio del loro razzo non funzionò e il lancio abortì. Entrambi i cani però furono recuperati sani e salvi.
Ham, uno scimpanzé (scomparso solo recentemente), volando il 31 gennaio 1961 a bordo della Mercury-Redstone 2 aprì la strada al volo di Alan Shepard, primo americano nello spazio. Così come Chernushka il 9 marzo 1961 anticipò il trionfo di Yuri Gagarin volando nello Sputnik 9 assieme a topi e porcellini d’india che vegliavano il manichino di un finto cosmonauta.

Anche Zvezdochka (Stellina), il cui nome fu scelto proprio da Gagarin, compì con successo un’orbita nello spazio, a bordo dello Sputnik 10, il 25 marzo 1961. Fu l’ultimo test prima del volo della Vostok pilotata dal primo cosmonauta.

Enos, uno scimpanzé, volò sulla Mercury-Atlas 5 il 19 novembre 1961. Avrebbe dovuto compiere tre orbite prima di rientrare sulla Terra, ma un’avaria costrinse ad anticipare l’ammaraggio dopo la seconda orbita. Dopo il recupero, il simpatico quadrumane balzò fuori dalla sua capsula e corse a lungo sul ponte della nave di salvataggio, battendo “cinque” sulle mani di tutti i membri dell’equipaggio che incontrava e manifestando così la sua felicità.

Infelice invece la sorte di altri due scimpanzé americani, Goliath e Scatback; l’Atlas di Goliath esplose appena dopo il decollo, mentre la capsula di Scatback si perse per sempre in mare. Questi fallimenti non preclusero però a John Glenn la possibilità di divenire il primo americano a compiere un’orbita terrestre.

Verterok e Ugolyok (Brezza e Carboncino) rimasero in orbita per il tempo record di addirittura 23 giorni, dal 22 febbraio al 16 marzo 1966, a bordo della Kosmos 110. Furono entrambi recuperati sani e salvi, e a tutt’oggi detengono il primato di permanenza di cani nello spazio.

Particolare menzione per la missione sovietica Zond 5 che, lanciata il 14 settembre 1968, portò quattro giorni più tardi alcune tartarughe, mosche, vermi e batteri a circumnavigare la Luna. Furono i primi esseri viventi a vedere la faccia nascosta del nostro satellite. Il 21 settembre la capsula ammarò nell’Oceano Indiano e le tartarughe erano… visibilmente dimagrite, avendo perso circa il 10% del loro peso corporeo, ma stavano bene.

Anche il Challenger nel 1985 ospitò alcune scimmie e quell’avventura non fu delle più felici; le bestie scapparono dalle loro gabbie e volteggiarono senza peso per lo Shuttle imbrattando ovunque con il loro cibo (e non solo…), costringendo poi l’equipaggio a uno spiacevole lavoro extra di pulizia.
Questi sono certamente i nomi più importanti dei voli spaziali con animali, sebbene non gli unici.

Ma torniamo a Laika. Quasi mezzo secolo è trascorso da quel suo pavido volo. Da allora i nomi di Gagarin, Tereshkova, Armstrong e molti altri sono legati indelebilmente alle più grandi imprese spaziali dell’Umanità. Ma Laika, per dirla con le parole di William Safire “con la sua avventura unì le genti del mondo come fossero una persona sola, e il suo sacrificio elevò il mondo animale. In tempi antichi, l’uomo volse lo sguardo verso le stelle e vide i propri eroi nelle costellazioni. Noi dobbiamo fare la stessa cosa, ma ora il nostro eroe è un epico cane di sangue e carne. Altri seguiranno, e certamente troveranno la strada di casa. La ricerca umana non può fermarsi. Ma questo cane fu il primo, e deve rimanere il più importante nei nostri cuori (Brano tratto dal discorso scritto da William Safire, assistente del Presidente Richard Nixon in occasione del primo sbarco sulla Luna, il 20 luglio 1969. Quello che il Presidente avrebbe dovuto pronunciare nel caso di fallimento della missione).”

 
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Sè#9
view post Posted on 7/2/2005, 14:00




ecco Laika!!!

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Lia#5
view post Posted on 7/2/2005, 17:11




ma poi il cane è morto????
 
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Sè#9
view post Posted on 7/2/2005, 19:31




ma l'hai letto il post?
 
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Lia#5
view post Posted on 8/2/2005, 16:27




si ma nn si kapisce se muore on o!
 
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Sè#9
view post Posted on 8/2/2005, 19:25




si ke muore!!!
 
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Lia#5
view post Posted on 12/2/2005, 19:02




che spreco! come si fa a condannare un cane a morire solo per una stupida idea????cosa gliene frega al cne di andare sulla luna????? penso che avrebbe preferito restare vivo!
 
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8 replies since 6/2/2005, 09:47   233 views
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