pensiero filosofico

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Sè#9
icon11  view post Posted on 4/1/2005, 17:02




Talete: come astronomo, predisse una eclisse solare (probabilmente quella del 28 maggio 585 a.C.). Sosteneva che la terra galleggiasse sulle acque.

Anassimene: avrebbe considerato la Terra come un corpo piatto, posto a copertura di una massa d'aria sottostante. Anche il Sole, la Luna e gli altri pianeti dell'Universo sarebbero sostenuti dal medesimo galleggiamento e considerati come "foglie di fuoco" a differenza delle semplici stelle conficcate in un cielo simile al ghiaccio. A differenza di Anassimandro, considerava le stelle fisse più lontane del Sole e della Luna.

Anassimandro: ammette l'infinità (anche spaziale) dei mondi; infiniti mondi si succedono in un ciclo eterno. La Terra è vista come un cilindro privo di sostegno, posto al centro del "mondo" (Universo). Dagli scritti pervenuti, non risulta chiaro quale concezione avesse della superficie terrestre e cioè se la considerasse concava, piatta o convessa. La Luna studiata da Anassimandro sarebbe 19 volte la Terra e si presenterebbe come una ruota di carro posta in una posizione obliqua, alla stessa maniera del Sole, ugualmente munita di uno sfiatatoio. L'eclissi avverrebbe in rapporto ai giri della ruota quando l'orifizio che sta su di essa si ottura. Essa brillerebbe di luce propria, mentre il Sole, uguale alla Terra (non è specificato se per dimensione, posizione o movimento), partecipa al fenomeno dell'eclissi quando è chiusa l'apertura dello sfiatatoio del fuoco.
 
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Sè#9
view post Posted on 4/1/2005, 17:09




Filolao: un matematico del V secolo, che progettò l'universo e il suo conseguente eliocentrismo screditato successivamente dalla dottrina geocentrica aristotelica; secondo il filosofo esisterebbe un focolare centrale (Hestia) attorno al quale ruotano nove pianeti tra cui la Terra e l'anti-Terra (Luna).

Democrito: Democrito fu l'autore di un'opera intitolata Grande Cosmologia. Il pensiero filosofico di questo personaggio ha riscosso molto successo in seguito all'attenzione prestatagli dagli scienziati del secolo scorso che conducevano studi sulle particelle elementari. Si pensa che assieme a Leucippo (della cui esistenza non si hanno però notizie certe) formulò la dottrina dell'atomismo: gli atomi infatti sono particelle indivisibili ed infinite, che si muovono casualmente nel vuoto e restano pieni, immutabili, ingenerati, eterni. Essendo infiniti alimentano mondi infiniti.
 
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Sè#9
view post Posted on 26/9/2005, 20:58




Nicola Cusano
Ovunque il centro dell'universo

Nel pensiero di N. Cusano (Cusa 1401- Todi 1464) non c'è spazio per una teoria cosmologica dissociata dalla ricerca filosofica. Sostenitore del platonismo, Cusano riassume i principali tentativi di coniugare fede e ragione propri della teologia neoplatonica (Plotino, D. Aeropagita) e della Scolastica (Ockham), mostrando particolare interesse proprio per l'impronta gnoseologica caratterizzante tutto il platonismo. Se nell'estasi dionisiana non è permessa altra forma di contemplazione divina che il silenzio, nella filosofia di Cusano è d'obbligo una possibilità congetturale articolata su rigorose argomentazioni matematiche: se Dio è infinito, è allo stesso tempo irraggiugibile e avvicinabile per mezzo di ardite congetture. Le ricorrenze della teologia negativa eludono i limiti della conoscenza tradizionale per sondare la natura divina nell'avvicinamento progressivo, mai in una chiara visione oggettiva. Un passo in avanti senza la pretesa di rapportare definitivamente il finito e l'infinito.
Ristabilendo così una proporzione paradossale tra questi termini è possibile tracciare, anche se in maniera approssimativa, i caratteri peculiari del pensiero umano.

Un intelletto finito, dunque, non può raggiungere con precisione la verità delle cose procedendo mediante similitudini. La verità non ha gradi, nè in pù nè in meno, e consiste in qualcosa di indivisibile.[...]Perciò l'intelletto che non è la verità, non riesce mai a comprenderla in maniera tanto precisa da non poterla comprendere in modo più preciso, all'infinito.

[De docta ignorantia I, 1]


Procedere alla chiarificazione dei limiti della conoscenza umana: questa l'ambizione cusaniana nell'accostamento progressivo dell'individuo alla verità. Nel De docta ignorantia è significativo l'uso della formula agostiniana1 che valorizza il contributo strumentale della ricerca piuttosto che il risultato finale perseguito. Nonostante la condizione disagiata dell'uomo non possa mai coincidere con l'infinita superiorità divina, nessuna sconfitta affrettata è ammessa come unica occasione. L'homo viator è, ancora una volta, scopritore insaziabile nell'universo che lo sovrasta.

C'è dunque in noi una dotta ignoranza, senza della quale non si cercherebbe Iddio. Ho composto una volta un libretto, il De quaerendo Deum; leggilo. Vi troverai scritto che, sebbene Dio sia dovunque e non sia lontano da noi - come dice Paolo agli Ateniesi, nell'occasione in cui convertì Dionigi2 - tuttavia quanto più sentiamo che egli ci sfugge, tanto più stiamo avvicinandoci a lui; quanto più conosciamo la grande distanza che ci separa dalla sua inaccessibilità, tanto più da presso stiamo afferrando quella inaccessibilità.

[Difesa della dotta ignoranza]


L'introduzione degli argomenti cosmolgici avviene sullo sfondo della teoria aristotelica3: non esiste più alcun principio distintivo tra corpi lunari e sublunari. L'anticipazione dei grandi temi copernicani è resa all'interno di una brillante struttura concettuale: quella di un teologo- matematico che non teme il vincolo dei propri limiti. Dio è così il centro e la circonferenza in forme ideali. La sua magnificenza si stabilizza nella molteplicità delle cose che sono, senza essere nelle cose. Se così fosse, infatti, avremmo un Dio condizionato dal limite e dalla finitudine.

Egli è sopra tutto ciò che si concepisce e s'intende, e il suo nome non è intellegibile, benchè sia il nome che conferisce il nome a tutte le realtà intellegibili e le distingue tra loro. La sua natura supera all'infinito ogni sapienza intellettuale, per ampiezza, semplicità, forza, potenza, bellezza, e bontà dal momento che tutto ciò che abita nella natura intellettuale, se comparato con lui, è un'ombra e un vuoto di potenza, è sapienza grossolana e scarsa, e lo stesso può dirsi di infiniti modi simili.

[De quarendo deum 26]


La sua contractio (contrazione) non può essere fisica ma logica. In Dio sussiste la coincidenza degli opposti come insieme di forme necessarie che si rispettano. Ogni cosa presenta, per così dire, un aspetto della diversità che le garantisce un posto nell'universo. La contrazione (come depotenziamento) di Dio è così equivalente all'innumerevole varietà delle cose che, dispiegandosi (explicatio), costituiscono una forma d'identità nella diversità. Per questo se ogni cosa identica a se stessa venisse portata all'nfinito, raggiungerebbe il suo opposto, proprio come in Dio. Non sarebbe improprio, dunque, ricordare il principio eracliteo che giustifica l'esistenza di ogni cosa soltanto in rapporto al suo contrario4. L'esempio della luce che all'infinita potenza è accencante come buio, rende notevolmente questa dinamica. Sarà Dio come assoluta infinità a riassumere la coincidenza degli opposti, giustificando l'identità delle singole cose mantenuta nel flusso di tutte le realtà possibili.

Dico che non è possibile nè dargli un nome nè non darglielo, nè darglielo e al tempo stesso non darglielo, ma che tutto ciò che si può dire, in modo disgiuntivo o copulativo, per consenso o per contraddizione, a lui non conviene, data l'eccellenza della sua infinità. Infatti egli è principio unico, anteriore ad ogni cognizione che ci si possa formare di lui.

[De deo abscondito 10]


Sulla base della teoria del Dio contratto, Cusano nega l'esistenza di una parte celeste dell'universo che sia incorruttibile e perfetta: la perfezione assoluta è propria solo di Dio. Arriva puntuale l'accusa al sistema aristotelico.


La Terra che non può essere il centro, non può esser neppur priva di movimento. E' necessario che essa si muova in modo da potersi muovere sempre meno, all'infinito. Come la Terra non è il centro del mondo, così neppure la sfera delle stelle fisse o un'altra sfera, sono la sua circonferenza [...].

[ De docta ignorantia II, 11]



Il centro e la circonferenza diventano realtà ideali convergenti nella figura di Dio che "ha centro dappertutto e circonferenza in nessun luogo"5. Demotivato, per così dire, dalla ricerca dei tradizionali riferimenti geometrici, Cusano ritiene che "non è possibile che ci siano una sfera o un circolo così veri in assoluto"6. La terra pertanto non è priva di movimento e non è perfettamente sferica poiché ciò presupporrebbe la perfezione, non un grado di perfezione: anche il suo movimento di rivoluzione non è circolare ma tende alla circolarità. E' una delle tante stelle, sulle quali è assai possibile l'esistenza di esseri intellettuali di specie diversa dalla nostra.

La figura della Terra è, anche, nobile e sferica, e il suo movimento è circolare, ma potrebbe essere più perfetto. [...]La Terra è, dunque, una stella nobile, che ha luce, calore e influenza proprie ed è diversa da tutte le stelle, come una stella differisce da un'altra per luce, natura e influenza.

[ De docta ignorantia II, 12]


La possibilità della vita di altre specie nell'universo, pur rappresentando un'intuizione arguta e spinta, esclude qualsiasi somiglianza diretta con le specie terrestri ma non un eventuale rapporto proporzionale. Il grado di attualità degli abitanti del Sole differisce da quello degli abitanti terrestri per l'influenza degli elementi.


Gli abitanti delle altre stelle, quali che siano, non sono paragonabili con quelli del nostro mondo, sebbene la regione tutta quanta di questi si trovi in una certa qual proporzione, che a noi rimane celata, con la nostra regione per rispondere alla finalità dell'universo.

[De docta ignorantia II, 12]


Quanto detto a proposito dell'ideologia cusaniana rappresenta una notevole ricerca intorno ai misteri insondabili del'universo: ancora una volta, il vero protagonista è l'uomo, autore indiscusso della propria crescita intellettuale. Tuttavia, per quanto bizzarre, le idee innovative ci inducono a pensare che la risposta conclusiva è sempre l'inizio di una nuova ricerca che dilata il gruppo ristretto delle conoscenze umane

 
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2 replies since 4/1/2005, 17:02   189 views
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