Astronomi dell'antica grecia

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Sè#9
icon11  view post Posted on 26/12/2004, 12:15




Eudosso (408-355 a.C.) pensava che i corpi celesti fossero fissati a varie sfere trasparenti ruotanti su assi distinti; la Terra era immaginata immobile al centro di queste sfere.

Solo Aristarco, vissuto all'inizio del III secolo a.C. intuì che era invece la Terra a ruotare su sè stessa e intorno a Sole; un'idea che sembrava assurda ed ebbe moltissimi oppositori fino ad essere quasi dimenticata e che fu ripresa nel secolo XVI secolo da Copernico. Aristarco ideò anche un metodo per determinare il rapporto delle distanze della Luna e del Sole e per misurare la distanza Terra-Luna, poi messo in pratica da Ipparco anche se sottostimò grandemente la
distanza Terra-Sole, Aristarco si rese conto che il Sole era di gran lunga più grande e luminoso della Luna e forse fu proprio per questo che lo pose al centro del sistema solare.

Eratostene (276-195 a.C.) misurò la circonferenza della Terra.

Lo scrittore latino Plino il Vecchio (23-79 d.C.) ci tramanda che in una notte di luglio del 134 a.C. apparve nel cielo una nuova stella che, dopo aver brillato di uno splendore vivissimo per qualche tempo, andò poi affievolendosi.

La constatazione della comparsa di nuove stelle aveva indotto l'astronomo greco Ipparco (nato verso il 180 a.C.) a compilare un catalogo di tutte le stelle in modo che i posteri potessero sapere se realmente si producevano cambiamenti nel cielo. In effetti, nel corso dei secoli si è registarta l'apparizione di molte stelle, alle quali è rimasto il nome di "novae" dato dagli antichi. In realtà non si tratta di stelle nuove, cioè non nascono nel momento in cui appaiono ai nostri occhi, ma di stelle che aumentano improvvisamente di splendore a causa di fenomeni esplosivi. Ipparco misurò per la prima volta la distanza della LUna ottenendo un valore molto vicino a quello misurato oggi (circa 60 volte il raggio terrestre) e detrminò anche la distanza Terra-Sole, che risultò fortemente sottostimata (circa 21 volte più piccola del suo vero valore) non perchè il metodo fosse sbagliato ma a causa di errori di misura. Ipparco arrivò alla conclusione che i corpi celesti si muovono percorrendo traettorie che chiamò "epicicli" e "deferenti", e fornì a Tolomeo (100-178 d.C.) una serie di osservazioni sistematiche che quest'ultimo raccolse nell' Almagesto, il più grande libro di atsronomia dei tempi anitchi, nel quale viene descritto un sistema geocentrico con il Sole, la Luna e i pianeti che ruotano intorno alla Terra, sistema che dominò fino al XVI secolo, cioè finchè Copernico introdusse l'ipotesi eliocentrica.
 
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Sè#9
view post Posted on 28/4/2005, 18:09




Eratostene: La misurazione del meridiano terrestre

Quando si parla della cultura dei greci, spesso ci si riferisce alla filosofia ed alle grandi opere che essi ci hanno tramandato, ma non bisogna mai dimenticare quei personaggi storici, che pur condividendo i principi con i grandi pensatori del tempo, si sono distinti in settori ben diversi.

Uno di questi, Eratostene, viene ricordato per la sua grande impresa nel campo astronomico: la misurazione del meridiano terrestre. Un'opera che ai nostri giorni non susciterebbe tanto clamore, immersi come siamo in un mondo tecnologico, ricco di strumenti che avrebbero compiuto il lavoro per noi. Ma il merito dello studioso greco, vissuto nel terzo secolo avanti cristo, sta proprio in questo. Ai suoi tempi infatti non esistevano i computer, ne tanto meno le sonde spaziali, ed il suo lavoro era frutto solo ed esclusivamente dell'ingegno o del Logos come lo chiamavano loro.

Per ottenere questo, Eratostene tenne conto del fatto che la città di Alessandria si trova sullo stesso meridiano di Siene, ma con latitudine differente, e che in quest'ultima città il Sole al solstizio d'estate era pressochè a perpendicolo e dunque proiettava un segmento d'ombra pari a zero. Il Sole allora, passando nel medesimo istante per il punto piu' alto del cielo delle due località, proiettava l'ombra di due aste uguali, situate una per città, in modo diverso a seconda della latitudine.

Avendo nota la distanza fra le due città, e considerando che i raggi solari giungono paralleli sulla superficie terrestre, Eratostene misurò la differenza dell'ombra ricavando l'angolo di latitudine, da cui con una semplice proporzione ricavò la lunghezza della circonferenza terrestre, con buona precisione, visto che secondo i suoi calcoli ammontava a 39400 km, valore poco lontano da quello vero di 40000.

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Gli angoli A1 ed A2 sono uguali perchè alterni interni di due rette parallele, i raggi solari, tagliate da una retta, l'asta, che essendo in verticale coincide con lo zenit di Alessandria ( a Siene l'asta coincide con i raggi perchè questi giungono in verticale e perciò non danno ombra ).

Allo stesso modo gli angoli A ed A1 sono uguali, perciò avremo un triangolo di cui sono noti i cateti c e b dai quali, attraverso la trigonometria, Eratostene calcolò l'angolo A. Ma quest'angolo è uguale all'angolo A2 perchè A1 = A ed A1 = A2.

Siccome gli angoli uguali sottendono archi di cerchi uguali, in questo caso la parte di meridiano compresa tra le due città, con una proporzione si ha la lunghezza del meridiano terrestre:

distanza fra le città : angolo A2 = meridiano: 360 gradi

Avendo la misura della circonferenza terrestre, e dunque il raggio terrestre, Eratostene tentò di calcolare anche la distanza fra la Terra e la Luna, avvalendosi fra l'altro dei precedenti tentativi di un altro illustre studioso greco, Aristarco.

Partendo infatti dai calcoli di Aristarco che aveva quantificato il disco lunare in circa 2 gradi, e perciò contenuto nella traiettoria dell'orbita lunare 180 volte, si accorse, dal tempo che il disco lunare impiegava a transitare nel cono d'ombra proiettato dalla Terra durante le eclissi, che questo era pari a 3 volte il cono d'ombra. Ma quest'ultimo poteva essere considerato come un solido la cui base coincideva con la sezione del globo terrestre ed il vertice posto all'infinito.

Considerando trascurabile la distanza fra la Terra e la Luna rispetto all'altezza del cono, proiettata all'infinito, si otteneva che il diametro lunare era un terzo di quello terrestre. Avendo quest'ultimo dato, calcolò la circonferenza ed il raggio dell'orbita lunare.

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Facendo un rapido calcolo otterremo un valore di 121000 km, valore ben lontano da quello reale di 384400 km, anche se questo non sminuisce affatto il merito di Eratostene, considerando la precarietà della misurazione, compiuta senza l'ausilio di nessun strumento tecnologico.




 
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