| Le comete e l'origine del sistema solare
Le comete, corpi celesti misteriosi e affascinanti, sono tra gli oggetti più primitivi del Sistema Solare. La loro origine risale infatti a circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, al tempo della formazione dei pianeti che si sono poi evoluti fino ad assumere le caratteristiche che osserviamo oggi. Le comete invece, grazie ai lunghi periodi di permanenza lontano dal Sole, in zone molto fredde, sono rimaste praticamente inalterate e sono quindi un’importante via d’accesso alla comprensione delle condizioni che regnavano durante le fasi iniziali della formazione del Sistema Solare.
Ad oggi, la conoscenza che abbiamo delle comete proviene da osservazioni da Terra e dai dati della sonda Giotto, prima missione di esplorazione del Sistema Solare dell’Agenzia Spaziale Europea, dedicata allo studio della cometa di Halley in occasione del suo ultimo passaggio vicino al Sole nel 1986.
Solo dalle immagini ravvicinate della cometa di Halley ottenute da Giotto si è potuto capire cosa siano realmente questi corpi celesti: enormi palle di acqua ghiacciata ricoperte da una crosta di materiale scuro che, in prossimità del Sole, si trasformano negli splendidi batuffoli bianchi con lunghe code lucenti spesso visibili ad occhio nudo. La trasformazione è dovuta al riscaldamento indotto dal Sole che causa la sublimazione del ghiaccio e il rilascio di una gran quantità di polvere e gas.
Le comete, residui, insieme agli asteroidi, del disco di gas e polvere che circondava il giovane Sole, sono scampate sia al processo di accrescimento che ha portato alla formazione dei pianeti sia ai fenomeni di espulsione che hanno disperso il resto della materia interplanetaria. Si trovano in due grandi serbatoi, il disco di Kuiper e la nube di Oort, che contengono centinaia di migliaia di oggetti e sono situati rispettivamente oltre l’orbita di Nettuno e a quasi un anno luce dal Sole. Da questi luoghi remoti le comete possono immettersi su orbite interne al Sistema Solare che, in alcuni casi, le portano a transitare vicino al Sole offrendo l’affascinante spettacolo che conosciamo.
Capire l’origine delle comete e capire le relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare è quindi fondamentale per risalire alle origini del Sistema Solare. Questa comprensione passa attraverso la caratterizzazione dei nuclei delle comete, la determinazione delle loro proprietà dinamiche, lo studio della loro morfologia e della loro composizione. In particolare, lo studio della mineralogia e dei rapporti isotopici degli elementi volatili e refrattari del nucleo fornisce informazioni preziose sulla composizione della nebulosa che, nei modelli correnti, si pensa sia stata all’origine del Sistema Solare.
L’interpretazione corretta di tali dati necessita però di una buona conoscenza dei processi di evoluzione e di trasformazione dei nuclei di comete. Tale conoscenza si ottiene attraverso lo studio dello sviluppo dell’attività cometaria, dei processi fisici che avvengono negli strati superficiali e delle interazioni tra polveri e gas nella coma, cioè nell’alone che circonda il nucleo. E’ necessario quindi vivere per un certo tempo a fianco e, possibilmente, sopra una cometa per poterne seguire e misurare l’evoluzione da quando si trova nelle zone più fredde del Sistema Solare, ben prima che passi l’orbita di Marte, a quando si avvicina al Sole.
Secondo alcune ipotesi, le comete potrebbero anche aver contribuito all’apparizione della vita sulla Terra. Le osservazioni della cometa di Halley compiute dalla sonda Giotto hanno infatti messo in evidenza che, oltre a ghiacci e polveri, contengono composti costituiti da molecole organiche complesse, ricche di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto. Questi elementi sono alla base degli acidi nucleici e degli aminoacidi, ingredienti essenziali per la vita come la conosciamo. L’analisi della composizione e della struttura dei nuclei delle comete può dunque dare una risposta alla domanda ricorrente nella letteratura scientifica: le comete hanno contribuito all’apparizione della vita sulla Terra?
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