17 novembre 2006, Cronache dalla Stazione Spaziale: la staffetta Reiter - Fuglesang

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Olgola
view post Posted on 18/11/2006, 14:18




Secondo il prestigioso settimanale Nature, il ribaltamento politico del Congresso USA potrebbe portare a decisioni significative anche sul fronte della scienza e della tecnologia: più ricerca sulle fonti di energia e tagli al volo dell'uomo nello spazio, proprio mentre Russia e Cina annunciano l’intenzione di collaborare per lanciare una missione lunare nei prossimi anni. Quali possono essere le prospettive future?

Per quanto riguarda la Stazione Spaziale Internazionale che, dopo la conquista della Luna, è senz’altro la più imponente impresa di volo umano nello spazio della storia, non credo che ci possano essere grandi variazioni: credo invece che gli USA vorranno rispettare gli accordi internazionali con l’ESA e con le altre agenzie spaziali che partecipano al programma.
Per quanto riguarda invece il futuro e le collaborazioni internazionali, un annuncio come quello russo-cinese fa parte del gioco che si sta configurando per i prossimi anni: una serie di missioni robotiche e umane, a partire dal 2009, che permetteranno il ritorno dell’uomo sulla Luna e poi il grande salto per mettere piede su Marte. L’ESA si sta impegnando per spingere il più possibile verso un’impresa condivisa dal maggior numero di partner possibili: fra gli altri anche Russia, Cina e gli stessi USA, naturalmente.

Un’osservazione sulla Cina: agli occhi dell’opinione pubblica, questo paese è salito improvvisamente alle cronache, come se il suo sviluppo fosse recentissimo. In realtà il programma spaziale cinese è stato sviluppato negli anni attraverso molteplici collaborazioni con tutte le principali agenzie, che tuttora continuano anche attraverso accordo bilaterali. Per esempio la Cina parteciperà al progetto Galileo, il progetto europeo per la navigazione guidata da satellite. Ed è di questi giorni l’estensione della collaborazione scientifica fra ESA e Cina nell’ambito del progetto Double Star, due satelliti che sono stati lanciati alla fine del 2003 e nel luglio 2004 e che sono dedicati allo studio dell’interazione tra Sole e Terra.

A proposito di Stazione Spaziale Internazionale, l’astronauta europeo Thomas Reiter è giunto ormai al suo quarto mese di permanenza in orbita. In dicembre è previsto il suo ritorno a Terra, sostituito dallo svedese Christer Fuglesang. Quale è il bilancio della missione di Reiter?

Il bilancio è straordinario: Reiter ha potuto accumulare un’esperienza unica, che ci sarà indispensabile per progettare le future permanenze di astronauti europei sulla Stazione Spaziale e la loro partecipazione ad attività extraveicolari. Ma a parte gli aspetti tecnico-ingegneristici, Reiter ha potuto seguire, per la prima volta, un programma di esperimenti europei di lunga durata.

Solo per fare un esempio, in queste ore Reiter ha installato l’equipaggiamento per l’esperimento NOA1 (AIRWAY NIRIC OXIDE IN MICROGRAVITY 1), per lo studio delle infiammazioni delle vie aeree. In un ambiente senza peso, come quello della Stazione Spaziale, infatti, la polvere non si deposita e rimane in sospensione, per cui viene inalata dagli astronauti con maggiore facilità di quanto non si faccia sulla Terra. Attraverso una semplice procedura di ispirazione e espirazione, si misurerà il livello di ossido di azoto nell’aria espirata, un composto che è stato recentemente dimostrato essere legato alle infiammazioni delle vie aree.

Sempre in questi giorni, Reiter si è preso cura dell’esperimento ALTCRISS (European Alteino Long Term monitoring of Cosmic Rays on the International Space Station), un esperimento coordinato dal centro MARS di Napoli, che analizza il flusso dei raggi cosmici secondo varie direzioni e che studia anche la capacità di assorbimento dei raggi cosmici stessi da parte di materiali di diverso tipo che possono essere usati come “scudi spaziali”.

Esperimenti come quelli che l’ESA conduce sulla Stazione Spaziale possono portare a scoperte con ricadute interessanti. Ma nello spazio come viene regolata la proprietà intellettuale?


È un tema decisamente delicato che rientra nel tema più ampio del diritto spaziale e che non è stato ancora pienamente approfondito, sebbene si siano fatti molti passi avanti.

Mentre quando nel 1957 fu lanciato il satellite russo Sputnik, non esisteva una legislatura relativa all’utilizzo dello spazio, già dieci anni dopo, nel 1967, l’ONU aveva ratificato un trattato (Outer Space Treaty) che dichiarava lo spazio di tutti e di ciascuno.

Nonostante le varie modifiche, esistono ancora zone di ambiguità, anche perché le nostre capacità di utilizzo dello spazio cambiano e aumentano velocemente. La proprietà intellettuale ricade in questa categoria: sulla Stazione Spaziale Internazionale ogni astronauta si conforma alla legge in vigore nel proprio stato. A limitare la babele legislativa, è bene precisare che tutti stati europei riconoscono un’unica legge sulla proprietà intellettuale nello spazio.

Un altro aspetto non chiarito a sufficienza è quello legato allo sfruttamento industriale degli asteroidi, che potrebbero essere una fonte futura di materie prime. Sono elementi su cui la comunità internazionale dovrà confrontarsi in modo approfondito nei prossimi anni, sempre tenendo fermo un punto: lo spazio è di tutti e di ciascuno.

Per dicembre è previsto il secondo volo di assemblaggio della Stazione Spaziale, che oltre a portare in orbita l’astronauta Christer Fuglesang, ha come obiettivo principale l’installazione di nuovi pannelli solari. E con le prossime missioni prenderanno il volo anche alcuni elementi chiave della partecipazione dell’ESA al progetto. Che significato hanno per la presenza europea nello spazio?

Innanzitutto saranno mesi di grandi emozioni e, speriamo, anche di grandi soddisfazioni: nel settembre 2007, l’astronauta italiano Paolo Nespoli parteciperà alla missione preparatoria che precede l’assemblaggio in orbita del laboratorio Columbus, previsto per la missione successiva. Insieme al Veicolo Automatico di Trasferimento ATV, Columbus è un programma di grande portata, che permetterà all’ESA un salto di qualità nella sua presenza sulla Stazione Spaziale. ATV e Columbus hanno impegnato per anni l’Agenzia, la comunità scientifica e le industrie spaziali europei: il loro lancio sarà il coronamento di tanto lavoro, di tanto impegno e anche di tante conoscenze e competenze acquisite proprio grazie al progetto della Stazione.

In questi anni, però, si sono messe anche le basi per i futuri programmi per l’esplorazione robotica e umana del sistema solare: ci sono buone idee, buone missioni all’orizzonte, buone intese con i partner internazionali.

Si tratta quindi anche di una occasione importante per stimolare l’interesse dei giovani nell’esplorazione dello spazio, nel suo utilizzo per il bene dell’umanità e più in generale per avvicinarli al mondo della ricerca scientifica. Dovremo fare un buon lavoro, onesto e di alto livello, per raccontare i nostri esperimenti, i nostri successi, ma anche il modo che abbiamo di imparare dagli insuccessi, sempre possibili quando si tratta di attività spaziali così complesse.
 
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